PUBBLICITÀ
HomeRassegna StampaTrasparenza e legalità: approvato un decreto, per i trasgressori anche l’arresto

Trasparenza e legalità: approvato un decreto, per i trasgressori anche l’arresto

PUBBLICITÀ

Vai a votare? Attento al telefonino. Se non lo lasci a casa e lo porti con te, non ti dimenticare di consegnarlo al presidemte del seggio prima di entrare nella cabina elettorale. Se non lo fai, rischi il carcere e una multa anche di mille euro. Lo stabilisce un decreto legge approvato ieri al Consiglio dei ministri che vieta, «per assicurare la segretezza dell’espressione del diritto di voto», di introdurre «all’interno delle cabine elettorali telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini». Non è la prima volta che i telefonini vengono banditi dai seggi elettorali. La novità è che, stavolta, non si fa appello solo alla buona educazione e al senso civico, ma s’impone il rispetto del divieto con misure severe. Per chi trasgredisce, c’è l’arresto da tre a sei mesi e un’ammenda da 300 a 1.000 euro. Il pericolo che si vuole scongiurare non è che un elettore si attardi in cabina elettorale con il cellulare all’oreccho per chiedere consigli su come votare, ma che scatti una foto alla scheda per dimostrare poi di aver votato nel modo «giusto» ed ottenere così un compenso. Il classico esempio di voto di scambio, aggiornato all’era dei videotelefonini. Il provvedimento, spiega il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, «copre l’unico buco esistente nella disciplina dei brogli elettorali. Da tempo, infatti, c’è un reato di voto di scambio che si consuma attraverso la prova fornita all’esterno del voto dato e ciò fa avere un compenso. La modalità più sospetta emersa nelle ultime elezioni è quella di entrare in cabina con telefonino munito di macchina fotografica, scattare la foto ed esibirla in seguito». Per evitare questo rischio, aggiunge il ministro, «abbiamo deciso di vietare l’ingresso in cabina con questo tipo di apparecchiature: se uno ce l’ha con sè, lo deve depositare in un cestino apposito». Sarà quindi il presidente dell’ufficio elettorale di sezione, all’atto della presentazione del documento d’identificazione e della tessera elettorale da parte dell’elettore, ad invitarlo a depositare i telefonini e eventuali apparecchiature fotografiche in suo possesso, che verranno presi in consegna e restituiti dopo il voto. Resta però il problema dei controlli sull’effettivo rispetto del divieto. Se l’elettore non consegna spontaneanmente il suo telefonino, difficilmente i presidenti di seggio e gli scrutatori potranno eseguire delle perquisizioni personali per accertare che effettivamente il voto avvenga senza videofonino al seguito. Ma quello che non possono fare presidente di seggio e scrutatori possono, invece, farlo i rappresentanti delle forze dell’ordine di presidio ai seggi. È possibile che, all’uscita della cabina elettorale, all’elettore venga comunque chiesto se sia in possesso di un telefono cellulare. «Naturalmente – spiega il ministro Amato – nell’esercizio degli ordinari poteri di polizia, è possibile che quando si esce qualcuno ci chieda: ”Mi fa vedere se ha un telefonino?”. Se risulta non consegnato scatta una sanzione contravvenzionale». Applaude al decreto il leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. «Da anni – ricorda – chiedevamo un intervento contro il voto di scambio, contro la truffa mafiosa nei seggi che è il primo broglio». Il provvedimento è invece considerato insufficiente dal portavoce nazionale dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. Servono, secondo Orlando, «misure rigide perchè l’integrità delle urne e delle schede elettorali prima del voto siano garantite e non affidate alla buona volontà o alla correttezza dei singoli presidenti di seggio, così come l’integrità e la originalità dei verbali di seggio siano tutelate fino al momento della proclamazione».

RAFFAELE INDOLFI
Il Mattino il 02/04/08

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ