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giovedì, Maggio 9, 2024
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CASAL DI PRINCIPE, INFRANTO IL TABU’ DELLO SCIPPO

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«Nessuno si sarebbe mai aspettato che qualcuno si sarebbe azzardato, nella roccaforte casalese a commettere un simile gesto, eppure è accaduto»





L’INCHIESTA


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CASERTA – A Casal di Principe, da qualche mese a questa parte, si sta verificando un fenomeno che per quanto <> e quotidiano possa sembrare, ha sconvolto un bel po’ l’opinione pubblica ed offre al contempo tanti spunti di riflessione: lo scippo. Mai e poi mai, fino a qualche anno fa, si sarebbe pensato che simili atti di delinquenza potessero accadere in questo centro. Nessuno si sarebbe mai aspettato che qualcuno si sarebbe azzardato, nella roccaforte casalese a commettere un simile gesto, eppure è accaduto. La micro delinquenza, che notoriamente si sviluppa nei grossi centri dove non è possibile controllare simili atteggiamenti, sia da parte delle forze dell’ordine sia da parte di altre forze che talvolta riescono ad attuare un controllo molto più serrato, in verità sta dilagando in tutto l’agro aversano. È un fenomeno che con la frequenza con cui si sta verificando, preoccupa tanto, anche se a Casale il problema se vogliamo, si può considerare più dal punto di vista sociologico nella misura in cui si considera la cittadina (come ogni società del resto) un insieme di forze che contrastandosi a vicenda mantengono il proprio equilibrio. Ogni settore inoltre non vive indipendentemente dagli altri, e anche un piccolo cambiamento, pregiudica un riassestamento negli altri settori di una società. Questo quindi fa pensare in maniera molto logica, che qualche forza riconducibile in ogni modo al mondo della macro criminalità, stia venendo meno, si stia indebolendo oppure sia così impegnata a curare affari più importanti, che permette lo svolgimento di fenomeni di questo tipo in un paese noto per essere uno dei pochi dove si poteva lasciare l’auto aperta e con le chiavi vicino. Per il momento comunque, tranne che per il caso di una vecchietta di San Cipriano d’Aversa che è stata brutalmente trascinata per vari metri affinché lasciasse la borsa ed altre anziane signore di Casal di Principe, gli scippi avvengono per la maggior parte ai danni di signore straniere, polacche ed ucraine per lo più, e dalle descrizioni che qualcuna di loro ha fatto, emerge che i malviventi sono ragazzini di giovane età (dai 12 ai 16 anni) che guidano scooter costosi e per di più vestono anche apparentemente bene. Non si tratta quindi dei soliti “scugnizzielli” che magari sperano si racimolare qualche decina di euro per bere una birra e farsi uno spinello, anche perché questo genere di ragazzi poco si vede tra le strade di Casal di Principe. È molto più facile incontrare ragazzini che con i loro abiti firmati e il braccio che sporge dal finestrino e che mette in mostra un pesante orologio, guidano auto 50cc e sembrano sentirsi già uomini vissuti. Questi particolari quindi fanno emergere anche il problema di come crescono i ragazzi in questo paese, con quali ideali, e soprattutto gli enti e le associazioni preposte affinché si prevengano questi tipi di fenomeni cosa stanno facendo e cosa insegnano ai ragazzi di Casale. “La chiesa si è subito allarmata riguardo a tale fenomeno –commenta il parroco della chiesa S.S. Salvatore Don Carlo Aversano- ho ascoltato personalmente le lamentele di alcune signore che sono state scippate mentre venivano a messa, abbiamo subito avvisato la Forania e personalmente ho denunciato anche il fatto ai carabinieri locali. Come istituzione – continua il Monsignore – ci stiamo ancora interrogando su quali sia la natura di questi atteggiamenti, ma per il momento l’unica cosa che possiamo fare è quella di coinvolgere ancora di più i giovani e i giovanissimi nell’attività parrocchiale ed attendere che chi di dovere faccia la propria parte”.






LA TESTIMONIANZA





Svetlana ha 46 anni, è di nazionalità ucraina ed è in Italia da tredici mesi. Anche lei è stata scippata qualche mese fa : “tornavo a casa come al solito con la mia bicicletta quando due ragazzini su un motorino si sono fermati, hanno aspettato che io scendessi dalla bici per aprire il portone ed hanno tentato di togliermi la borsa. Io ho cercato di oppormi ma loro mi hanno buttato per terra e mi hanno trascinato per diversi metri fino a quando non ho sentito un forte dolore alla spalla e ho dovuto mollare. Mi hanno dovuto portare all’ospedale, mi hanno fasciato la spalla e sono dovuta restare a riposo per 20 giorni”. È trascorso qualche mese dall’episodio, oggi Sveltana non porta più la borsa e appena vede dei ragazzini su un motorino si guarda intorno spaventata. “Io non capisco come in Italia ragazzini di dieci o dodici anni guidano indisturbati motorini così potenti e nessuno se ne occupa –continua Svetlana con tono deciso- però allo stesso tempo l’Italia mi piace, perché so che oltre a qualche <> qui a Casal di Principe ci sono tante persone brave che ci rispettano. Noi veniamo qua per lavorare- conclude Svetlana – e penso che dovremmo avere solo un po’ più di aiuto e considerazione dallo Stato e dai comuni”.






NELL’AGRO AVERSANO


Il fenomeno della micro-criminalità come abbiamo più volte ribadito negli ultimi mesi, si sta sviluppando in modo esponenziale un po’ in tutto l’agro aversano. In questi paesi infatti, tante persone continuano a denunciare alle forze dell’ordine, furti, rapine ed ogni genere di aggressioni. A San Marcellino e Villa di Briano per esempio i reati denunciati più di frequente sono i furti negli appartamenti. I ladri qui agiscono di notte ed in maniera così silenziosa da arrivare addirittura ( particolare assai curioso) a rubare telefonini lasciando le schede ai legittimi proprietari o a sfilare dai portafogli soltanto i soldi senza toccare nient’altro. Probabilmente sono veri professionisti e chi sta indagando non esclude che facciano uso di gas per intontire le loro vittime che, trovandosi già in uno stato di sonno, al mattino si risvegliano senza avere nemmeno il minimo sospetto di cosa sia successo. Anche a Frignano si stanno verificando furti nelle abitazione ma qui, per la costante presenza di zingari e Rom, si sono sempre verificati reati del genere. La vera novità che ha fatto cadere la cittadina nel panico e che, negli ultimi tre mesi sta dando filo da torcere alle forze dell’ordine locali, è il furto d’auto. Le modalità di furto sono riconducibili alla classica rapina a mano armata a cui segue il cosiddetto “cavallo di ritorno” che arriva in alcuni casi a toccare anche i 2000 euro. Tante sono state le rapine denunciate infatti, come sono state tante le auto “ritrovate” in maniera fortuita dai proprietari.
Di tutto questo comunque, l’immagine che si ricava dell’agro aversano, è quella di un territorio allo sbando, controllato da non si sa bene da quali poteri criminali e dove le forze dell’ordine, non riescono a tenere a bada ne i fenomeni di tipo macro criminale ne quelli legati alla micro delinquenza. Una terra di nessuno, dove la gente onesta ha sempre più paura e dove diventa sempre più difficile vivere in maniera serena.





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