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giovedì, Maggio 9, 2024
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Legata e stuprata da due rapinatori

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di MARISA LA PENNA




NAPOLI – La storia, così come raccontata da S. quarantuno anni, sposata, separata, un figlio, ricorda per la sua inaudita ferocia le scene più violente di arancia meccanica. Due banditi, uno col volto coperto da un casco da motociclista, entrano in casa, legano la donna, sotto la minaccia di un coltello la sodomizzano, poi, prima di lasciare l’appartamento degli orrori, fanno razzia di soldi e gioielli. Una vicenda dai contorni non bene definiti su cui lavora ora la Squadra Mobile, sezione «violenze sessuali» con il vicequestore Bianca Lassandro. Una indagine coordinata dalla Procura.
La polizia sta tentando di capire cosa sia realmente accaduto, l’altra sera, un quarto d’ora dopo le 22, in quell’appartamento del centro storico, nella zona del museo archeologico.
Questo, in sintesi, il racconto fatto dalla donna – di buona famiglia, fedina penale immacolata – all’agente del drappello ospedaliero del Cardarelli dove, dopo la terribile avventura, è stata accompagnata dal suo convivente sopraggiunto quando gli stupratori erano ormai andati via. Nel pronto soccorso del nosocomio vomerese la donna è stata sottoposta a visita ginecologica e giudicata guaribile in sette giorni. La violenza carnale è stata così accertata: la donna presentava lesioni sia pure non gravi. Ha rifiutato il ricovero, ha preferito tornare dai suoi cari.
La donna ha detto di essere stata affrontata dai banditi sulle scale di casa. Impugnavano coltelli, l’hanno costretta ad aprire la porta, sono entrati con lei, ha rievocato, ancora sotto choc, la donna. Una volta nell’appartamento i due malviventi l’avrebbero legata e violentata brutalmente. Poi sarebbe iniziato il saccheggio. I due stupratori, uno dei quali non si sarebbe mai tolto il casco dalla testa, mentre l’altro era a volto scoperto, avrebbero poi iniziato il saccheggio. La vittima ha detto di non sapere esattamente cosa abbiano preso. «Mi riservo di presentare una denuncia dettagliata quando rientrerò a casa», ha dichiarato la donna che è stata successivamente sentita anche in Questura: totale la collaborazione che starebbe offrendo agli investigatori per l’identificazione dei due violentatori.
In Questura, però, non parlano. Bocche cucite. Addirittura il vicequestore Lassandro dice di non indagare sull’episodio, né di conoscere la vicenda. Ci sono indagini in corso, spiegano altri funzionari, per questo motivo niente notizie. C’è da domandarsi, a questo punto, se le indagini in corso possono mai annullare una notizia di reato. Le ipotesi di reato sui cui lavora la polizia sono concorso in violenza carnale, rapina a mano armata, sequestro di persona.
Uno dei particolari che lascerebbe, comunque, perplessi gli investigatori è il fatto che l’appartamento dove si è verificata la violenza non sarebbe stato messo a soqquadro dai rapinatori-violentatori. Sta di fatto che un’azione di questo tipo, con le strade che pullulano di poliziotti impegnati nell’operazione Alto Impatto, non può non inquietare. Le modalità della violenza poi, fanno anche ipotizzare una volontà punitiva messa a segno nei confronti della vittima. Perché usarle violenza in modo così brutale? È come se, al di là dell’oltraggio sessuale, i malviventi avessero voluto punire la donna per uno sgarro. Non è escluso, infatti, che la quarantenne possa essere stata violentata per rappresaglia, forse perché ha denunciato alle forze dell’ordine un raid a cui ha assistito. Da ambienti vicini alla Questura si apprende che gli investigatori della Mobile sarebbero vicini alla verità, vicini agli arresti. Vedremo.

IL MATTINO –
Domenica 15 Giugno 2003

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