Ha tentato tre volte il suicidio in carcere, per questo un giovane detenuto di 15 anni, cresciuto in un contesto sociale assai complicato, è stato sottoposto ad una perizia psichiatrica che ha attestato una personalità fragile incompatibile con il regime detentivo. Il tribunale dei minori di Salerno ha così accolto la richiesta degli avvocati e ha concesso al giovane la possibilità di intraprendere un percorso di recupero scolastico e psicologico.
Il giovane ha iniziato a delinquere a 14 anni: furti e spendita di monete false tra i reati contestatigli che gli sono valsi la detenzione nel carcere minorile di Nisida, poi continuata ad Airola dopo aver denunciato alcuni suoi “compagni” che utilizzavano cellulari all’interno del penitenziario napoletano. Tre i tentativi di suicidio per il 15enne che ha prima tentato di togliersi la vita ingerendo del sapone liquido, poi realizzando un cappio con un lenzuolo legato alla finestra. Poi in una comunità di Castellabate, a causa di una lite con alcuni compagni l’adolescente, dopo aver rubato tutti i soldi che trova, sale a bordo del furgone in uso ai gestori della comunità e scappa.
Di lui non si hanno più notizie per oltre due settimane quando, finalmente, viene rintracciato a Buonabitacolo e, dopo un inseguimento con i carabinieri, finisce nuovamente dietro le sbarre dell’istituto minorile di Bari dove, per la terza volta, tenta il suicidio. I suoi legali chiedono il trasferimento in un istituto penitenziario più vicino a Salerno, luogo di residenza della madre, e pongono l’intera vicenda all’attenzione della Procura del tribunale per i minori di Salerno che dispone finalmente una perizia per valutare lo stato psicologico del minore.