Forse è stato un avvertimento, forse un tentativo di furto. Di sicuro, nei giorni scorsi, qualcuno ha forzato la porta dell’ufficio del sostituto procuratore generale Giuseppe Lucantonio, al dodicesimo piano della torre C, e ha frugato tra le sue cose. Lucantonio, assieme al collega e vicino di stanza Ugo Ricciardi, è il magistrato che negli ultimi mesi ha portato avanti la campagna di abbattimento degli immobili abusivi, imponendo a privati e Comuni la demolizione di decine di manufatti.
La scoperta dell’intrusione è avvenuta ieri mattina intorno alle 11, quando il magistrato — che era entrato nell’ufficio attraverso la sua segreteria, dunque da un altro ingresso — ha aperto la porta per uscire. Si è accorto che il legno sul dorso era lacerato e che la serratura era stata forzata. Stranamente, però, sul pavimento non c’erano frammenti di legno: come se qualcuno, dopo l’effrazione, avesse pulito. Sono stati avvertiti gli agenti del commissariato che ha sede a Palazzo di giustizia, che a loro volta hanno avvertito i colleghi della Scientifica per i rilievi. Per precauzione (e visto anche quanto è accaduto a Reggio Calabria) è stato fatto arrivare dall’aeroporto di Capodichino anche un cane addestrato a fiutare gli esplosivi.
Non è possibile sapere con certezza quando sia avvenuta l’intrusione: Lucantonio è tornato ieri in ufficio dopo una settimana di ferie e i suoi collaboratori, che non usano quella porta, non si erano accorti dell’anomalia. Nell’ufficio, che il magistrato occupa dal settembre 2008, sono stati spostati alcuni documenti e il computer; pare che gli sconosciuti lo abbiano acceso anche se, ovviamente, non conoscevano la password per accedere ai dati. Non è chiaro però lo scopo per cui è stato fatto ciò: per procurarsi notizie su vicende giudiziarie? Per confondere le acque? Per intimidire? Al momento tutte le ipotesi vengono prese in considerazione. Giuseppe Lucantonio in questo periodo si occupa soprattutto di misure di prevenzione e di demolizioni, ma anche di sorveglianza; inoltre fa parte del consiglio giudiziario e difende i colleghi al disciplinare. La materia più delicata sembra proprio quella delle demolizioni: ne sono state eseguite decine in diversi Comuni del Napoletano e del Casertano; in alcuni casi (i più eclatanti dei quali sono avvenuti a Gragnano, a Lettere e a Pianura) ci sono stati gravi problemi di ordine pubblico.
È possibile che qualcuno non abbia gradito l’offensiva lanciata da Procura e Procura generale contro gli abusi edilizi, soprattutto alla luce del fatto che per molti anni, tranne qualche Comune virtuoso, nessuna istituzione si era impegnata per abbattere gli edifici illegali. E, come ha ricordato in un comunicato Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, «dietro il mattone nella nostra regione ci sono tanti interessi a partire da quelli della criminalità organizzata». Nelle ultime settimane il sostituto procuratore generale (che in passato è stato a lungo in servizio in Procura, occupandosi anche di criminalità organizzata) non ha ricevuto minacce nè avvertimenti: anche questo rende l’episodio di difficile decifrazione. La porta, apparentemente, è stata forzata da un dilettante con un cacciavite. L’episodio di ieri ripropone il problema della sicurezza degli uffici giudiziari. Già in passato intrusi si erano introdotti negli uffici di magistrati: clamoroso il caso del gip Maria Vittoria De Simone, dal cui ufficio, nel settembre del 2007, fu rubato un hard disk con centinaia di file delicatissimi; contenevano, in particolare, intercettazioni ancora segrete su esponenti della criminalità organizzata.
Titti Beneduce
Corriere.it – 08 gennaio 2010