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mercoledì, Luglio 3, 2024
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“Non volevo uccidere. Ora lascerò Villaricca”. Caccia ai complici del bandito ucciso.

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VILLARICCA – E’ sconvolto, ha le lacrime al volto. Parla con affanno, ancora non ci crede. Giuseppe Davide, l’ottico che giovedì a Villaricca ha ucciso un bandito che minacciava con una pistola la figlia ventenne, ha deciso: “Via da questo paese” . Confessa afflitto: “Non so se riuscirò a vivere ancora a Villaricca, ormai non mi sento più sicuro. Sto pensando di chiudere il negozio e tornare a Napoli con la mia famiglia”. L’uomo è stato denunciato a piede libero per omicidio volontario con l’attenuante della legittima difesa. Ma in queste ore l’ottico sta ricevendo numerose testimonianze di solidarietà: nessuno se la sente di condannare quel gesto tanto disperato. Vicini di casa, commercianti, amici, gente mai vista prima: lo telefonano per sostenerlo.
Il sindaco di Napoli Rosa Russa Iervolino, parlando al termine di un consiglio comunale dichiara: “Non me la sento di biasimare l’ottico di Villaricca. Mettetevi nella prospettiva di un padre che vede la figlia aggredita con una pistola alla tempia. Si tratta di una situazione di tale dolore, di tale disperazione che non riesco a d esprimere giudizi. Tantomeno generalizzare e parlare di giustizia fai da te” . L’ex parlamentare ds Aldo Mazzullo: “L’uomo si è trovato nella tremenda situazione di chi, pur essendo una persona pacifica, preso dalla paura non poteva fare altro che quello che ha fatto”.
Intanto, la polizia ha aperto la caccia ai complici del rapinatore ucciso: il commando di aggressori era composto, infatti, da tre e non da due balordi come in un primo momento si era ipotizzato. Forse si tratta del bandito che ha soccorso Aniello Cestari lasciandolo, poi, a pochi metri dall’ospedale di Giugliano, dove è morto poco dopo. Il giovane ucciso era uscito tre mesi fa dal carcere.
Le ricerche della polizia sono concentrate nella zona del rione 167 di Scampia, il bronx di Napoli, dove il bandito ucciso viveva e da dove provengono molti dei rapinatori arrestati nel giuglianese. Le testimonianze di alcuni operai che avrebbero assistito alla scena avrebbero permesso di ricostruire, appunto non solo la dinamica del tragico tentativo di rapina ma anche l’identikit di uno di essi. Non trapela una parola: c’è il massimo riserbo sulle indagini. Gli investigatori sembrano vicini alla risoluzione del caso.
“Non volevo ucciderlo –rammenta il signor Davide- ai familiari di quel ragazzo chiedo scusa, quello che è successo ha cambiato per sempre la mia vita. Ma sfido qualunque padre a comportarsi diversamente in una situazione simile a quella in cui mi sono trovato io”.

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