di TONIA LIMATOLA
Giugliano. Maggioranza spaccata in aula consiliare a Giugliano. Senza giunta dal 14 settembre e con una lista lunghissima di emergenze, ieri mattina il centrosinistra non è stato in grado di garantire il numero legale con soli 12 presenti, sindaco Taglialatela compreso, all’appello. La discussione sulla stabilizzazione dei 115 Lsu è cominciata, comunque, grazie alla presenza di 11 uomini del centrodestra. Ma dopo 4 ore di acceso dibattito rifatto l’appello, il consiglio è stato sciolto. La conclusione? «Parole, parole», come hanno intonato in segno di protesta in aula i lavoratori, che poi hanno dato vita ad un presidio permanente. Insieme agli Lsu, protestano anche 58 ex addetti alla rimozione della Nu, tagliati fuori dal passaggio di cantiere con l’Igca. Duri dall’opposizione. «L’intervento programmatico del sindaco Taglialatela – accusa Nicola D’Alterio, di Forza Italia – è rimasto nella sfera della fantasie, anzi delle menzogne». «Come si possono concretizzare società miste se non si riesce manco a fare una giunta?», rincara la dose Antonio Verde (Udc). «Abbiamo garantito noi il numero legale, il centrosinistra è irresponsabile», tuona Pietro Ciccarelli di Forza Italia. «Il sindaco è solo – dice Francesco Mallardo, Nuovo Psi – e non può fare niente per Giugliano». Il consigliere provinciale Luigi Guarino: «Occupazione, dignità dei rom, trasporti scolastici, progetti cari al centrosinistra, ma che non trovano risoluzione». Da An, senza consiglieri eletti, si fanno sentire attraverso i manifesti: «Diciotto mesi di danni». Accuse al vetriolo, ma ieri la maggioranza ha glissato sulla crisi, tentando di rassicurare i lavoratori su quattro progetti già avviati. Da Rifondazione e Ds si difendono: «Dal 1995 ad oggi la quota dei precari è scesa da 440 a 115», dicono. Intanto Cgil, Cisl e Uil restano in allerta.
IL MATTINO 28 OTTOBRE 2004


