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«MA LA SPAZZATURA UCCIDE?»
Giuglianese, «il triangolo della morte». Inchiesta di Panorama

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GIUGLIANO. L’ultimo a tornarci sopra è stato The Guardian, che ha titolato, senza risparmiarsi i cliché, «Toxic scandal in mozzarella country».
E la notizia è arrivata fino allo Shanghai Star, quotidiano cinese di lingua inglese. Secondo un reportage sul numero di settembre di Lancet Oncology, rivista medica, la zona tra i comuni di Nola, Acerra e Marigliano, in provincia di Napoli, sarebbe un «triangolo della morte» dove si muore di tumore assai più che nel resto della Campania e d’Italia.
La causa? I rifiuti, secondo l’autore dell’articolo, Alfredo Mazza. Quelli malgestiti delle discariche autorizzate, più tutti quelli che il traffico dell’«ecomafia» fa arrivare lì da tutta Italia ed Europa.

Alcuni dei dati che Mazza, giovane medico originario di Nola, ha ricavato dal Registro tumori della Asl Napoli 4 fanno impressione: 35 casi di tumori al fegato su 100 mila abitanti nel distretto 73, l’area che comprende Nola, Acerra e Marigliano, e 38 nel territorio della Asl 4 di Napoli, contro i 15 della Campania e i 14 della media nazionale. Eppure, molti esperti esprimono più di una perplessità sul modo in cui quei dati sono stati presentati e interpretati.

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«In una situazione esasperata, con la popolazione al massimo della preoccupazione e in assenza di uno studio sistematico, il meno che potesse capitare era che qualcuno si sentisse autorizzato a farsi il proprio studio e saltare alle conclusioni» dice Pietro Comba, epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità (Iss).
Proprio dall’Iss e da altre istituzioni scientifiche e sanitarie è partita una lettera di replica a Lancet. La situazione, dicono i firmatari, è ben più complessa di come è stata descritta. E di sicuro quello che viene definito triangolo della morte non è stato scelto sulla base di criteri scientifici seri.
«Noi epidemiologi usiamo la metafora del pistolero, che prima spara e poi disegna il centro del bersaglio dove il proiettile ha colpito, per classificare analisi simili» spiega Fabrizio Bianchi, epidemiologo del Cnr di Pisa, altro firmatario della lettera. «Quindi, attenzione a disegnare triangoli, cerchi, quadrilateri della morte».

Il problema di queste aree è il sottosviluppo. «C’è da considerare che i valori alti degli indici di mortalità sono dovuti a vari fattori, non a una specifica fonte di inquinamento» avverte Comba. «Anche se l’ipotesi che le discariche siano dannose va considerata seriamente».
Su mandato della Protezione civile, un gruppo di ricercatori che comprende anche i firmatari della lettera a Lancet sta analizzando i dati su mortalità e malformazioni congenite in 200 comuni delle province di Napoli e Caserta.
I risultati, che serviranno per individuare le aree più a rischio, saranno resi noti a metà novembre. Stando a una prima analisi non ufficiale, i problemi non sono solo nel triangolo Nola, Acerra, Marigliano.
Anzi, lì la situazione è più variegata di come è stata descritta («I tre comuni citati hanno situazioni completamente diverse» secondo Renato Pizzuti, direttore dell’Osservatorio epidemiologico della Campania). In più, i problemi non mancano anche fuori del «triangolo».

Uno studio in corso di pubblicazione ha analizzato i dati di mortalità per i comuni di Giugliano, Villaricca e Qualiano, la «terra dei fuochi» a nord-ovest di Napoli, dove sia Legambiente sia l’Arpa della Campania segnalano molte discariche abusive, con cataste di rifiuti che bruciano. La mortalità supera quella attesa per i tumori di polmone, pleura, laringe, vescica, fegato ed encefalo.
«Il Sud Italia, che era una delle regioni d’Europa a più bassa incidenza di tumori, ora arriva ai livelli nazionali e talvolta li supera. Qualcosa sta succedendo» afferma Lorenzo Tomatis, epidemiologo, già direttore dell’agenzia di ricerca sul cancro di Lione. Non si sa che cosa, tantomeno quanto i rifiuti c’entrino.


PANORMA – 2 NOVEMBRE 2004




http://www.panorama.it/scienze/ambiente/articolo/ix1-A020001027605

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