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DETENUTO MUORE, IL SOSPETTO: DROGA IN CELLA
Per un giovane di Giugliano tragica fine in carcere

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GIUGLIANO. Morte nel carcere di Secondigliano per un giovane di Giugliano. Inquietante il sospetto degli inquirenti: forse una overdose. Ma solo l’autopsia e l’esame tossicologico, disposti dal pm, potranno stabilire le cause esatte del decesso. Grave anche il compagno di cella di Francesco Pirozzi, 31 anni, precedenti per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti, da tre anni detenuto a Secondigliano. Il riserbo intorno a questa vicenda è massimo. Ma a Giugliano, dopo che sono state eseguite le perquisizioni in casa della moglie di Pirozzi, si è diffusa la notizia che la donna sarebbe indagata per l’ipotesi di reato di cessione di stupefacenti e omicidio. Notizia che però non trova ancora conferma. La famiglia, che ha nominato un proprio perito, smentisce con forza «ogni coinvolgimento della moglie nel presunto ingresso della droga nel carcere». «È un’ipotesi assurda e priva di ogni fondamento – afferma l’avvocato Umberto Perga, legale di fiducia della famiglia -. Siamo fiduciosi nel lavoro della magistratura e certi che sarà chiarita la totale estraneità ai fatti della signora Pirozzi». Pirozzi è morto nella notte tra mercoledì e giovedì. La donna è sospettata perché entrata a Secondigliano mercoledì mattina, dunque, poche ore prima della tragedia. I coniugi si erano intrattenuti a lungo, avevano anche consumato una torta – preparata da Pirozzi nel carcere – per festeggiare l’anniversario di matrimonio. In nottata, poco prima delle tre, l’allarme. Immediati i soccorsi, che però non sono valsi a salvare il 31enne. Più fortunato il compagno di cella, trasportato d’urgenza in ospedale, dove è stato sottoposto a terapia intensiva: è fuori pericolo, anche se le sue condizioni restano gravi. La polizia penitenziaria ha immediatamente disposto una serie di controlli. Perquisita la cella occupata dai due. Tra gli effetti personali di Pirozzi, gli agenti hanno trovato una lettera indirizzata alla moglie, con la quale l’invitava a verificare «dove hai messo gli 11 spinelli» e se «sono caduti in macchina». A seguito del rinvenimento della lettera, il pm che coordina l’indagine, il dottor Guerriero, ha disposto alcune perquisizioni domiciliari, eseguite dai carabinieri della compagnia di Giugliano, coordinati dal capitano Gianluca Trombetti. I militari hanno perquisito le abitazioni del Pirozzi e della madre di quest’ultimo, cercando tracce degli «spinelli» cui si faceva riferimento nella lettera e dell’eroina che gli investigatori sospettano possa essere entrata in carcere grazie alla donna. Sull’esito delle perquisizioni c’è il più stretto riserbo. Sembrerebbe, però, che abbiano avuto esito negativo. Non vi sarebbe traccia di stupefacenti in nessuna delle due abitazioni e neppure nell’auto della donna. I militari – stando ad alcune indiscrezioni – avrebbero però sequestrato una borsa all’interno contenente un migliaio di francobolli, che la moglie di Pirozzi avrebbe ammesso esserle stati consegnati dal marito.



ANTONIO POZIELLO – IL MATTINO 20 NOVEMBRE 2004

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Ma soltanto l’autopsia potrà chiarire il mistero



La risposta ai perchè della morte di un detenuto sano e giovane, deceduto in circostanze che la magistratura sta tentando di chiarire, si conosceranno tra un paio di settimane. Ieri pomeriggio, presso l’obitorio, è stata eseguita l’autopsia sul corpo senza vita di Francesco Pirozzi di Giugliano. L’esame necroscopico, effettuato dal medico legale Antonio D’Ettorre (consulente nominato dalla magistratura inquirente) si è protratto per circa due ore. Ha assistito anche un perito settore di parte. Poi la salma è stata restituita alla famiglia per i funerali. Il dottor D’Ettorre ha effettuato sia prelievi istologici che biologici. Da essi, dopo gli esami di laboratorio del caso – primo tra tutti, ovviamente, quello tossicologico – si attende la risposta anche alla domanda più inquietante, ovvero se il detenuto sia morto per assunzione di sostanze stupefacenti. Ipotesi avanzata dai congiunti del detenuto di Giugliano. Sul decesso lavora la Procura della Repubblica di Napoli. Il sostituto procuratore Antonio Guerriero è stato incaricato di coordinare le indagini affidate alla polizia penitenziaria. Il magistrato inquirente, che ha disposto anche perquisizioni nella cella che il detenuto condivideva con un altro recluso (che pure, la notte tra mercoledì e giovedì scorso, è stato colto da malore) e presso l’abitazione dove vive la famiglia del Pirozzi, a Giugliano. Come detto, all’esame necroscopico (che è un intervento unico e irripetibile) eseguito presso l’obitorio dell’ipogeo di Poggioreale, ha assistito anche un medico legale di parte. La salma del giovane, dopo l’autopsia è stata trasferita nella cappella dell’obitorio. Forse oggi verranno celebrati i funerali. Tra non meno di tre settimane – tanto tempo occorre per avere i risultati degli esami tossicologici – si conosceranno, dunque, le cause precise del decesso di Francesco Pirozzi, detenuto trentenne, morto in cella per cause al momento misteriose.

m.l.p. IL MATTINO 20 NOVEMBRE 2004

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