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HomePolitica«LA NOSTRA E' UNA NUOVA RESISTENZA»Bertini intervistato dall'Articolo

«LA NOSTRA E’ UNA NUOVA RESISTENZA»
Bertini intervistato dall’Articolo

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MARANO. Tre mesi in stand by, con addosso l’infamante marchio di essere il primo cittadino di un comune sciolto per infiltrazioni camorristiche. Ma per Mauro Bertini, sindaco di Marano, sono stati tre mesi di lotta dura senza quartiere. Tre mesi in cui il battagliero sindaco dei Comunisti Italiani ha messo in rete un sito internet, ha costituito un comitato, ha organizzato manifestazioni contro la legge sullo scioglimento dei comuni, troppo spesso usate a fini politici.

Il caso Marano, come quello di Portici, si è concluso favorevolmente, e Bertini, sempre appoggiato dalla popolazione maranese, è stato reinsediato al comune con mille scuse. Ma di certo non ha perso il gusto della battaglia. Ieri, in piazza a Napoli, ovviamente c’era anche lui, con il labaro del comune e le guardie municipali. «Essere qui per me è solo una continuazione – ha detto Mauro Bertini – noi le manifestazioni le abbiamo fatte tutte, abbiamo sempre portato le insegne del comune di Marano; il labaro, in certe circostanze, era listato a lutto». La fascia nera sul simbolo del piccolo comune del napoletano era aggiunta quando, da Marano, si partiva a manifestare contro la guerra: «Oggi – ha chiarito il sindaco – è invece un simbolo di lotta, una testimonianza forte per rappresentare che Marano è presente, e vuole combattere contro la finanziaria e contro la camorra. Quella là – ha aggiunto Bertini indicando il vessillo comunale – stamattina è una bandiera di guerra, e non è una bandiera a lutto. È una bandiera di guerra contro la finanziaria, ma in generale contro la politica di Berlusconi». Bertini, come sempre netto e chiaro nei suoi giudizi, paventa rischi di indebolimento della democrazia, attaccata da più fronti. «In questo momento – ha aggiunto – stiamo correndo dei gravissimi pericoli di deficit di democrazia; per questo io credo che noi dobbiano fare atti e gesti di resistenza, una vera resistenza preventiva. C’è chi malauguratamente teorizza e mette in campo la guerra preventiva, noi invece dobbiamo essere capaci di dare vita ad una forte e tenace resistenza. Prima che sia troppo tardi, prima che la democrazia ce la tolgano del tutto, la dobbiamo difendere, e lo dobbiamo fare con gli stessi gesti, con le stesse modalità con i quali i resistenti del dopoguerra hanno riconquistato la democrazia che ci avevano tolto».

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Giuliana Caso- L’Articolo 1 dicembre 2004

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