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martedì, Aprile 23, 2024
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MELITO, INDAGINE DELL’ANTIMAFIA SUL VOTO DEL 2003
L’annuncio di Diana (Ds). Il centrosinistra: si dimetta il sindaco

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MELITO. Il sindaco sotto il fuoco incrociato delle polemiche. Dal centrodestra e dal centrosinistra il coro è unanime: Giampiero Di Gennaro deve dimettersi. E lo hanno detto forte, ieri, tutti gli intervenuti alla manifestazione per la legalità che si è svolta a Melito. qui, nei giorni scorsi, è stato arrestato un ex sindaco, Alfredo Cicala, fino alla settimana scorsa segretario cittadino della Margherita, il partito a cui aderisce anche il primo cittadino in carica. «Le dimissioni di Di Gennaro sono un atto di responsabilità», sostengono Rifondazione, Verdi, Ds, per una volta d’accordo con An e Fi.


Secondo la Direzione investigativa antimafia, Cicala avrebbe informato i killer del clan Di Lauro sui movimenti del boss Federico Bizzarro, il capozona di Melito ammazzato il 26 aprile scorso all’hotel «Giulia» di Qualiano. Cicala si era dimesso dalla carica di sindaco nel ’93, in seguito all’arresto per droga del cognato Francesco Maisto, cugino del boss Andrea. Ma la politica non l’ha mai abbandonata per davvero. Riferendosi al 42enne gli inquirenti parlano di «personalità contradditoria»: era vicino al clan e nel frattempo partecipava alle manifestazioni contro la camorra.


«Cicala era segretario della Margherita e aveva sostenuto attivamente l’attuale sindaco Giampiero Di Gennaro, col quale ha anche rapporti di parentela», ricorda Bernardino Tuccillo, consigliere provinciale e capogruppo del Prc al Consiglio di Melito. E proprio il voto amministrativo del maggio 2003 – quello scandito da aggressioni ai candidati, violenze e manifesti a lutto – è finito nel mirino della commissione parlamentare antimafia. «La prossima settimana saremo nuovamente a Napoli – annuncia Lorenzo Diana, Ds, componente della commissione guidata da Centaro -. Ci impegneremo ad esaminare eventuali condizionamenti della camorra sulle elezioni amministrative di Melito. Certo – aggiunge – l’arresto di Cicala colloca l’amministrazione comunale in una situazione scomoda. Di Gennaro e i suoi assumano un atteggiamento dignitoso: rassegnino le dimissioni». Gli fanno eco i vertici provinciali del centrosinistra, riuniti ieri a Melito nel teatro Barone. «L’amministrazione Di Gennaro non ha saputo contrastare le collusioni con gli ambienti malavitosi – sostiene Giovanni Russo Spena, Prc –. Ora il sindaco faccia un passo indietro e lasci la guida del Comune. Spetta ai giudici stabilire la verità, ma le dimissioni ci sembrano l’unico gesto utile per riaprire un confronto con la cittadinanza e i partiti».


D’accordo anche Corrado Gabriele, assessore provinciale al Lavoro. «Chiediamo un gesto di coerenza – dice -. Di Gennaro deve andarsene innanzitutto per sé stesso. E per dare possibilità alla Margherita e all’intero centrosinistra di fare ordine al proprio interno. Nessuno può sentirsi al di sopra di ogni sospetto. E’ necessario un riscatto per l’intera cittadina». Per Giuseppe Russo, responsabile provinciale Ds degli enti locali, «occorre rimarcare con decisione la cesura tra amministrazione e malavita. L’arresto di Cicala è sufficiente, non serve altro. Il centrosinistra faccia ammenda». La vicenda non lascia indifferenti le associazioni di volontariato. «Da anni – dice Giusy Guida, portavoce del movimento “Peppino Impastato” – denunciamo le presunte collusioni tra i politici melitesi e il malaffare. Cicala è stato eletto all’unanimità come segretario della Margherita, il partito di maggioranza. Ora gli amministratori dimostrino un pizzico di buonsenso: lascino il Comune». Per Geppino Fiorenza di Libera, l’associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti, «le iniziative e anticamorra dell’ultima ora non servono. Le marce e gli sportelli antiracket sono utili se rientrano in un progetto generale di contrasto alla malavita». Netta la replica del sindaco Di Gennaro. «La mia è un’amministrazione pulita – dice –. Non ho nulla da temere. Ben vengano le commissioni d’accesso o i funzionari della commissione antimafia. Li farò accomodare accanto a me: così avranno modo di controllare passo dopo passo tutte le delibere e le ordinanze. Sono una persona onesta io». E al fianco di Di Gennaro si schiera anche il parlamentare e commissario della Margherita locale Giuseppe Gambale: «Le responsabilità del singolo non minano la stabilità dell’amministrazione. Al momento non sono emersi fatti che mettono in discussione la trasparenza di sindaco e amministratori».



UF IL MATTINO 13 DICEMBRE 2004

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