VILLARICCA. Sinceri auguri di Buon Natale a tutti gli utenti di InterNapoli. Vogliamo chiudere quest’anno con un simpatico dialogo scritto dal bravissimo Antonio Menna. Un brano per riflettere sulle drammatiche vicende che hanno catapultato il nostro hinterland sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Un brano per sorridere, ma anche per sperare. Buone feste a tutti. u. fer.
“E ch cazz è Natal”, disse Gigino.
“E ch cazz, over”, aggiunse Gennaro .
Decisero di fumarsi una sigaretta e di guardare l’albero di cellophan e neon e nastrini rossi e piccole striscie di spago di Gerusalemme con su scritto Shalom che la jervolino aveva voluto mettere a Scampia davanti alla vele. .
Con il piede alzato all’indietro sulla ruota della smart forfour grigio topo che Gigino aveva appena comprato per l’amante raffaellina, i due guardarono per qualche secondo il cielo.
“Però che cosa grande che è l’universo”, disse Gennaro, “stelle, pianeti: uanema”.
Gigino tirò l’ultima boccata: “a me Natale mi fa commozione – disse – le tavolate, la famiglia, le lucine colorate”.
“E non te lo fa pure a te che pensi a quand’eri criatur?”, disse Gennaro
“Come no? Natale è a fest re criatur”, disse Gigino.
“Over, è propr over”, disse Gennaro
“Io, però, per i regali preferisco la befana”, disse Gigino.
“I giocattoli a piazza mercato, i soldi di cioccolato…”, disse Gennaro
“E sigarett e cioccolat”, disse Gigino
“Over, over…”, disse Gennaro
“Facciamo presto, iamm”.
I due aprirono le portiere di dietro della smart, fecero scendere l’uomo imbavagliato e incappucciato che stava steso sui sedili posteriori. Lo fecero inginocchiare. Gennaro prese la beretta sette e settantacinque e gliela puntò alla nuca. Fece fuoco. L’uomo cadde con la fronte a terra e una macchia di sangue si allargò sotto la sua testa. Gigino si chinò per vedere se respirava ancora. Poi alzò la testa e guardò le luci intermittenti sul balcone del terzo piano.
“Certo che Natale è ‘na fest particolar”, disse.
“Io penso che non ce ne stanno uguali”, disse Gennaro
“Macchè…Natale lo senti proprio nell’aria”, disse Gigino.
“Lo vedi per strada, i negozi, le luci…la vigilia poi…”, disse Gennaro
“Eh…la vigilia dalla mattina senti che c’è nell’aria una frenesia…”, disse Gigino
“Frenesia…eh…proprio una frenesia”, disse Gennaro, mentre prendeva dalla macchina una lattina di benzina. Svitò il tappo e fece cadere qualche goccia sul sangue liquido e nerastro.
“Aspè”, disse Gigino
“Che c’è?”, disse Gennaro
“E’ Natale”, disse Gigino
“E allora?”, disse Gennaro
“Non gli diamo fuoco, ch cazz, è Natale”, disse Gigino.
“Ch cazz, over. E’ Natale”, disse Gennaro.
Auguri di Buon Natale alla mia terra, a questi luoghi di martirio, a queste strade di sangue, alla durezza degli occhi negli occhi, alle auto in doppia fila, alle violenze giornaliere, all’aria tesa eppure intensa; a tutto ciò a cui sono inspiegabilmente attaccato come l’umidità alla parete.
