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SEQUESTRO DA 25 MILIONI AI NUVOLETTA
Il Giornale di Napoli del 23 dicembre 2004

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MARANO. Alberghi, terreni, appartamenti e società, ritenuti
facenti parte del ricco patrimonio della famiglia malavitosa
dei Nuvoletta, per un valore di circa 25 milioni
di euro, sono stati sequestrati dai carabinieri. Il provvedimento
eseguito dai carabinieri del Nucleo operativo
del Reparto operativo del Comando Provinciale di Napoli
(coordinato dal colonnello Luigi Sementa) nella
giornata di ieri, è avvenuto in esecuzione delle disposizioni
adottate dal Tribunale di Napoli, Sezione Misure
di Prevenzione (composto dal Presidente Mario Cozzi,
da Vincenzo Lo Monte e da Lucia La Posta). I beni sono
stati tutti affidati dal Tribunale a degli amministratori
giudiziari per la gestione patrimoniale, i cui proventi, ad
horas, saranno a favore dell’Erario.
L’indagine patrimoniale fu avviata dai carabinieri nell’autunno
dell’anno scorso, e si concluse con l’emissione
di 36 ordinanza di custodia cautelare in carcere. Maxi
provvedimento che decapitò il clan Nuvoletta, egemone
nel maranese. Inoltre, il complesso quanto articolato
lavoro investigativo ha individuato in Pietro Nocera,
46 anni, latitante, l’amministratore unico dei beni del
clan: un ingente patrimonio che, secondo gli inquirenti,
non trova uguali nell’hinterland napoletano per quantità
e qualità dei beni sottoposti a sequestro, così come
ha ricordato lo stesso procuratore aggiunto Franco Roberti
(capo della Sezione Misure di Prevenzione della
Procura), durante la conferenza stampa tenuta ieri mattina
nella caserma Pastrengo, sede del Comando provinciale
dei carabinieri. Tra i beni sottratti all’organizzazione
criminale ci sono numerose società ed immobili,
come è stato accertato, nella diretta ed indiretta disponibilità
della famiglia camorrista. Alla luce di quanto
emerso dalle indagini si è evidenziato che tra le società
individuate c’è ne una, l’“Enea società cooperativa di
produzione e lavoro”, che in anni recenti si è aggiudicata
appalti pubblici per milioni di euro anche in città
del Nord e del Centro Italia, da Reggio Emilia a Modena,
a Venezia, nelle province di Ascoli Piceno, Bologna,
Frosinone. Appalti ammontanti a circa 10 milioni di euro.
Nonostante si fosse dato alla macchia, Nocera continuava
a gestire anche le opere per la realizzazione di case
di riposo per anziani, scuole e case popolari. Il provvedimento
di sequestri ha riguardato anche automezzi
ed attrezzi per la cantieristica. Altrettanto numerosi gli
appezzamenti su cui è caduta la “scure” del Tribunale:
terreni provati essere nella proprietà della “famiglia”, sia
in città che nel maranese-giuglianese. Distese di terra che
sarebbero stati trasformati in luoghi edificabili in una
eventuale futura destinazione una volta definiti i relativi
strumenti urbanistici. Ed ancora il dispositivo di sequestro
ha interessato una ventina di immobili, diversi
delle dimensioni di alcune migliaia di metri quadrati.
Tra questi anche l’abitazione del latitante Nocera: una
villetta lussuosa, costruita su quattro livelli abitativi, facente
parte di un complesso residenziale nel territorio
di Qualiano. Nella rete della giustizia è finito anche un
grande albergo, localizzato a Varcaturo, la zona mare di
Giuliano: struttura per tutte le esigenze, dotata di suite
e mini appartamenti intestati alla società “Ipanema” Tra
le quote societarie ci sono anche quelle di un istituto scolastico
privato parificato “Baby club”, con indirizzo materno
ed elementare.




Polverino liberato,
nuovi equilibri in città



MARANO.
Dopo la scarcerazione per fine-pena
del ras Giuseppe Polverino (notizia pubblicata
in esclusiva dal nostro giornale sull’edizione
di ieri) c’è grande attenzione tra gli
investigatori per capire se l’epilogo della vicenda
giudiziaria influirà sugli ambienti malavitosi
di Marano e della zona collinare di
Napoli, sui quali prima di essere arrestato
aveva interessi economici. L’uomo ora si trova
in una casa di lavoro e deve essere considerato
estraneo alla camorra, visto che ha
scontato la condanna, e proprio per questo c’è
attesa tra gli 007 sulle sue prossime mosse. Il padrino 47enne di Marano
(nella foto) legato ai Nuvoletta ottenne due anni fa una sentenza favorevole
che non era non più modificabile: in base ad essa non ha trascorso
tutti e nove anni di reclusione derivanti dalla condanna comminatagli,
ma un anno e tre mesi in meno. Detenuto ininterrottamente dal 20 maggio
’97, ha lasciato l’istituto penitenziario di Secondigliano, l’ultimo ad
averlo ospitato, dopo aver pagato il debito con la giustizia ed è stato trasferito
alla casa di lavoro. La sua scarcerazione ha suscitato molto scalpore
nella zona collinare di Napoli e a Marano, anche in ambienti investigativi,
ma non è altro che il frutto della legge.

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Quattro politici testimoni
al processo contro il clan



MARANO.
Quattro politici dovranno essere ascoltati come testimoni
nel processo che vede imputato il boss Angelo Nuvoletta
e numerosi uomini della cosca di Poggio Vallesana. Il deputato
Giuseppe Gambale, il consigliere regionale Andrea Cozzolino,
Pasquale Cavallo e Salvatore Perrotta dovranno essere ascoltati
sulle interferenze del clan Nuvoletta nella campagna elettorale
durante la quale Mauro Bertini venne eletto per la seconda
volta sindaco di Marano. I politici saranno ascoltati anche sulle
vicende connesse alla approvazione, da parte del consiglio comunale
di Marano, dei piani di lottizzazione deliberati dalla
giunta Credentino, sull’aggressione a Cavallo e, in generale, sulle
dichiarazioni già rese ai magistrati durante la fase preliminare
del processo. Quello al clan Nuvoletta è un processo di ampio
respiro che indaga su numerose attività illecite e sui rapporti con
altre, potentissime, organizzazioni criminali. Basti pensare che
nello stesso processo per oggi è prevista anche l’audizione di
Giovanni Brusca, uno dei personaggi più importanti di Cosa Nostra;
attualmente collaboratore di giustizia e direttamente implicato
nell’attentato a Giovanni Falcone. I magistrati stanno indagando
oltre che sui rapporta tra i Nuvoletta e la mafia anche
dei rapporti con la Nco e, successivamente, con la Nuova famiglia
e il clan Polverino.




IL GIORNALE DI NAPOLI 23 DICEMBRE 2004

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