QUALIANO. Santo e abusivo. Per i vigili urbani di Qualiano il gesso di Padre Pio sistemato in via Ripuaria è illegale. Così, l’altra mattina, i tecnici incaricati dal Comune lo hanno rimosso. Armati di gru e carro attrezzi, gli operai hanno portato via la statua che da giorni faceva da bella mostra tra gli sversatoi di località Scalzapecora, a metà strada tra Giugliano e Villaricca. Il gesso, alto più di due metri, era piazzato sull’alveo dei Camaldoli, a ridosso dell’arteria che conduce sul litorale domitio. «L’aspetto più stravagante della vicenda – spiega Angelo D’Onofrio, comandante della polizia municipale di Qualiano – è che la statua era sistemata all’interno di una vecchia auto, in modo da uscire fuori attraverso il tettuccio». In onore al santo di Pietralcina era stato addobbata una vera e propria cappella (realizzata con un vecchio scaldabagno), con tanto di fiori, luci natalizie e piante grasse. Tutto abusivo.
I vigili urbani sono intervenuti in seguito alla segnalazione di alcuni automobilisti. Immediato è partito il sopralluogo. Nella relazione redatta dagli agenti si parla di «occupazione indebita di suolo pubblico». «Via Ripuaria – spiega il comandante D’Onofrio – è una strada provinciale. E ogni utilizzo del suolo è condizionato ad una precisa autorizzazione. Che in questo caso mancava del tutto».
Perplessi i residenti: «Non dava fastidio a nessuno, quella statua – farfuglia, a mezza bocca, una donna – Piuttosto penserei ai mille illeciti di via Ripuaria». Già, una strada racconta sempre la storia dei territori che attraversa. E questa è invariabilmente un storia di abusi: edilizi, ambientali, civili. Abusivi sono gli scarichi che quotidianamente finiscono nell’alveo borbonico dei Camaldoli, abusivi sono gli edifici che affacciano sul vecchio letto, visto che le «X» di cemento a rafforzare i pilastri sono la prova che la stabilità degli edifici è incerta. E, tra tanti illeciti, era abusiva anche la statua di Padre Pio. Il gesso guardava direttamente alla discarica Alma, l’immondezzaio di Villaricca chiuso quattro anni fa. In basso il santo poteva «ammirare» il vecchio letto che inghiotte rifiuti da una vita, e, poco più avanti, la discarica di Settecainte, la cava che accoglie la frazione umida in uscita dagli impianti di Cdr. Troppo anche per un santo con le stimmate. All’alba di San Silvestro gli operai erano già al lavoro per abbattere l’altarino. Resta ancora da identificare, invece, chi ha collocato il gesso sull’alveo: rischia una multa di 137 euro.
UF – IL MATTINO 2 GENNAIO 2004

