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CAMORRA IN LOTTA: COSI’ IL CONFLITTO SI ALLARGA
Napoli, accordi e alleanza destinate a mutare

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NAPOLI. Nel giorno che segna un importante risultato sul fronte investigativo e assicura alla giustizia un pericoloso latitante, la notizia di un nuovo omicidio – questa volta nella zona di Forcella – riapre inquietanti interrogativi sugli scenari di guerra camorristica nella città di Napoli. Escluso ogni collegamento tra l’uccisione di Eduardo Bove e la faida di Secondigliano, l’interrogativo che torna a proporsi è questo: esiste la possibilità che antiche e nuove alleanze tra gruppi criminali si rompano, dando luogo a ulteriori focolai che potrebbero portare a una nuova catena di violenze e omicidi? Un timore mai abbandonato da inquirenti e investigatori, che torna prepotentemente alla ribalta proprio quando in una delle zone che in passato hanno rappresentato una spina nel fianco per le forze dell’ordine – Forcella, appunto – si torna a sparare. E ad uccidere. Ad alimentare le inquietudini, poi, ci sono le recenti dichiarazioni rese da Salvatore Giuliano, fratello dell’ex boss di Forcella, Luigi, che ai magistrati aveva chiarito il quadro delle alleanze di camorra che attualmente vedrebbero in un asse formato dai clan Misso-Mazzarella-Di Lauro la superpotenza dominante capace di aggregare altri gruppi camorristici in tutti i quartieri cittadini. Fondamentale appare dunque adesso capire chi ci sia dietro l’omicidio di Bove. Ma è chiaro che il rischio di aprire nuovi fronti di guerra tra clan è oggi più che mai alto. Segnali analoghi non sono mancati anche nel recente passato. L’11 dicembre a Fuorigrotta – una zona nella quale da tempo non si verificavano omicidi – venne assassinato un pregiudicato di 38 anni, Ciro Scognamiglio. Dietro quell’esecuzione resta il sospetto che certi equilibri che finora avrebbero retto nella zona occidentale possano essere improvvisamente saltati. Supposizioni e timori. La verità è che mai come in questo momento appare veramente difficile riuscire a capire cosa si muova dietro le quinte di quel palcoscenico sul quale la camorra stringe e poi scioglie accordi e alleanze a seconda delle convenienze del momento. Anche su questo punto è illuminante una frase del pentito Salvatore Giuliano, che a proposito del «patto» stretto tra i Misso e i Mazzarella afferma: «Ovviamente il loro è un accordo di facciata. I due gruppi continuano a guardarsi con sospetto e sono sempre pronti a ricominciare a farsi la guerra». Ieri pomeriggio, intanto, in Prefettura si è svolto un comitato per l’ordine pubblico al quale hanno partecipato anche i vertici della Procura. Presenti, oltre al prefetto Renato Profili e ai rappresentanti delle forze dell’ordine, anche il procuratore Giovandomenico Lepore e il coordinatore della Dda, Felice Di Persia. Nel corso dell’incontro si è discusso anche dell’imminente arrivo a Napoli della Commissione parlamentare antimafia.
giu.cri. – IL MATTINO 6 GENNAIO 2005

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