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HomeCronacaLa fidanzata e gli amici difendono il presunto killer: «Solo coincidenze»

La fidanzata e gli amici difendono il presunto killer: «Solo coincidenze»

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Una persona normalissima come tante altre, fioraio di professione con la passione per la pesca, fidanzato e con un matrimonio in vista. Antonio Riano, 27 anni, accusato del duplice omicidio di Giugliano, stava costruendo il suo futuro. In molti si chiedono come sia potuto accadere? Gli investigatori hanno trovato l’impronta del suo anulare destro intrisa di sangue all’esterno della portiera destra del Taxi, all’interno del quale sono stati uccisi Luigi Simeone e la moglie Immacolata Assisi. La sua presenza sul luogo del delitto è fuori discussione. Tra il 27enne di Soccavo e la coppia di Melito, era stata avviata una trattativa per la compravendita dell’appartamento al terzo piano del palazzo di Via Colonne, dove fino a sabato scorso abitava la coppia. Forse c’era già stato un primo passaggio di denaro. Soldi non tracciati, poiché – come hanno affermato gli investigatori durante la conferenza stampa di ieri mattina – non sono stati trovati titoli o bonifici che attestano un pagamento, ma è probabile che vi sia stato una cessione di denaro contante ed è questo che i poliziotti diretti dal primo dirigente Pasquale Trocino, stanno cercando di capire.

Sono ancora molti gli interrogativi da chiarire. Quando gli agenti hanno fermato Antonio Riano, lui non ha accennato alcuna reazione: «è rimasto impassibile». A Soccavo gli amici e i parenti lo difendono e la sua fidanzata si è schierata al suo fianco: «Amore mio passerà, la verità supererà le coincidenze… ed io sarò con te! Dio stagli vicino», è questa la frase che la giovane ha scritto sul suo profilo Facebook dopo l’arresto del compagno. Sono in molti a credere nell’innocenza di Antonio, ma perché c’è la sua impronta sporca di sangue nell’auto dei coniugi? Nelle prossime ore Riano sarà interrogato e dovrà spiegarlo agli inquirenti. Se davvero non è stato lui a sparare, dovrà dire tutto. Gli inquirenti sospettano che sul luogo del delitto, abbiano agito più persone. Il taxi di Siemone viaggiava con un’altra auto a seguito “compatibile con quella di Riano”. Se i coniugi Simeone erano da soli in auto, perché hanno svoltato in quella stradina sterrata di Via Ripuaria che conduce a una cava in disuso? E’ probabile quindi che in auto, con l’oro, c’era un’altra persona e che con la minaccia di una pistola, li abbia costretti a recarsi in quel posto, dove alle 21 di sabato sera si è consumata la tragedia.

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Gli inquirenti hanno raccolto molti indizi. La stessa scena del delitto ha fornito molti elementi su cui lavorare e anche l’autopsia sui corpi di Luigi e Immacolata, avrebbe fornito altri dettagli. E’ chiaro che ora tutti si aspettano che Antonio Riano spieghi cosa sia realmente successo quella sera. Lui era lì quando il delitto si è consumato, non può non sapere. Era suo l’sms che confermava l’appuntamento in una pizzeria sul litorale per discutere dell’affare. Sono sue le tracce lasciate sui tabulati telefonici, che danno la sua presenza sul posto, prima in Via Ripuaria e poi, alcune ore dopo a Melito, dove si trova l’appartamento dei coniugi. Antonio si sarebbe introdotto nell’appartamento dei coniugi alla ricerca di qualcosa. Le chiavi dell’auto e dell’appartamento sono sparite, così come l’arma del delitto: Riano ha molte cose da spiegare.

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