La droga partiva da Marano e da Secondigliano per sbarcare nella Piana del Sele e Battipaglia dove gli agenti di polizia, nei giorni scorsi, hanno sgominato un intero cartello criminale. La squadra Mobile della questura di Salerno ha messo a segno una vasta operazione contro il clan Giffoni-Noschese, operativa nella zona della provincia di Salerno. Oggi sono stati resi noti i dettagli dell’operazione. Ogni venerdì il clan incassava le percentuali dovute dalla rete di pusher e, contestualmente, la distribuzione delle nuove partite di droga da immettere sul mercato. A chi si opponeva veniva riservata una punizione esemplare, con pestaggi e aggressioni, attuati da “picchiatori” specializzati. In tutto i poliziotti hanno effettuato 87 arresti. Il sodalizio imponeva candidati al consiglio comunale di Battipaglia. Ad insospettire gli agenti, negli ultimi tempi sarebbe stata l’alta percentuale di personaggi noti alle forze dell’ordine, che si recava in ospedale, al pronto soccorso, per farsi refertare, affermando di essere caduti o vittime di incidenti domestici. Emblematico, nella ricostruzione degli investigatori, il caso di una donna di Sicignano, talmente impaurita che pur di saldare subito il conto uscì di casa per raggiungere Battipaglia nonostante la neve e una figlioletta ammalata.
Gli agenti hanno ricostruito anche l’intera rete di corrieri che da Marano e Secondigliano raggiungevano la Piana del Sele per fornire hashish, cocaina e shunk (il cosiddetto spinello sintetico). Il gruppo si avvaleva anche di una rete di sodali o fiancheggiatori che metteva a disposizione garage e circoli ricreativi per i deposito e il “taglio” della droga. Ed era prassi l’uso al telefono di un linguaggio criptico, in cui l’hashish diveniva caffè e per testarne la qualità si chiedeva se era dolce o era risultato amaro. Ma non c’era solo la droga. Il sodalizio criminale controllava anche le slot machine e le cosiddette macchinette mangiasoldi, collocate nei circoli di Battipaglia, ma ancora, sotto l’influenza del clan, c’era anche il mercato dei fuochi pirotecnici. Proprio in quest’ultimo giro d’affari, sono coinvolti anche esponenti politici locali, che favorivano il clan attraverso la concessione di una sorta di monopolio.
