“Domenica siamo tutti chiamati alle urne per decidere il futuro della nostra città. Sono sicuro che i cittadini sceglieranno il nostro progetto, l’unico che può portare a Mugnano un vento di cambiamento. Abbiamo un programma di governo, studiato su misura per la nostra città, realizzabile, concreto. Un programma che ha l’unico obiettivo di migliorare e riprogettare Mugnano. Questa è la nostra coerenza ed è l’unica cosa che ci interessa. Dall’altro lato c’è un candidato sindaco che fino a due mesi fa faceva parte del centrosinistra, che per cinque anni ha ricoperto la carica di assessore in una giunta di centrosinistra, e ora – pur di diventare sindaco – si è alleato con la destra peggiore e con quei personaggi che hanno governato per anni Mugnano guardando solo ai loro interessi, nonostante professasse che mai li avrebbe presi nella sua squadra: questa è la loro coerenza. Noi abbiamo puntato sui giovani, se dovessi vincere avrò al mio fianco uno dei Consigli comunali più giovani nella storia di Mugnano, composto per la maggior parte da ragazzi alla prima esperienza che vogliono impegnarsi per dare alla nostra città un futuro diverso. Questa è la nostra coerenza. Se dovesse vincere il centrodestra ci ritroveremo in Consiglio i soliti politicanti, quelli che hanno assunto la carica di consigliere già nel 1995, quelli che hanno creato un piano di viabilità, uccidendo il commercio locale, a loro uso e consumo. Persone attaccate alla poltrona che si stanno facendo spazio con azioni poco chiare. Questa è la loro coerenza. Parlano di aree verdi e piste ciclabili, nel tentativo di copiare il nostro programma, e poi candidano i più grandi costruttori edilizi del territorio. Loro chiamano tutto questo coerenza, io la chiamo disonestà e malafede. Non votare Piscopo sarebbe per lui un bene, visto che la sua giunta non gli permetterà di decidere in base alle sue idee. Noi non abbiamo niente a che fare con questo modo, vecchio, di fare politica: noi vogliamo assicurare ai nostri figli la formazione, la cultura, l’occupazione, spazi di condivisione e una città a misura d’uomo. La nostra è sì una rivoluzione anagrafica, ma soprattutto è una rivoluzione culturale”.
Com. Sta.


