Il commissario ad Acta nominato dal tribunale per dirimere l’annosa controversia tra il Comune di Qualiano e gli “Eredi Monaco”, proprietari dei terreni dove oltre 15 anni fa, in seguito ad un esproprio mai pagato, il comune ha costruito i campi da tennis (più volte vandalizzati e oggi in via di ricostruzione, ndr), ha deliberato sull’applicazione della sentenza del Tar Campania (la nr. 4291/2014) che obbliga l’Ente di Piazza del Popolo a pagare la somma di 1 milione 110 mila euro (a fronte di 1.134.252,00) per mettere la parola fine su tutta la vicenda.
Entro 5 giorni il Comune dovrà versare la somma di 200mila euro. Altri 220 mila euro dovranno essere pagati ad agosto 2015, mentre le rimanenti somme da pagare, saranno così distribuite: 360mila euro nel 2016 e 330mila euro nel 2017. Oltre ai debiti maturati nei confronti degli Eredi Monaco, il Comune di Qualiano, dovrà pagare anche la somma di 22 euro per le spese legali, da versare entro il 31 luglio prossimo e 700 euro di spese per l’espletamento dell’attività commissariale.
Così facendo il Comune chiude una vicenda partita prima del 2000, quando in seguito all’esproprio dei terreni, nei pressi della Masseria del Cardinale, furono avviati i lavori per la costruzione dei campi da tennis. Negli anni, quegli espropri non furono mai pagati, così che i proprietari (gli eredi Monco, ndr) aprirono una lunga controversia con il Comune, portando l’Ente davanti al tribunale. Nel 2006 il giudice stabilì che il Comune di Qualiano avrebbe dovuto pagare 1.330.000 euro, ma quella somma non è mai stata sborsata, così nel febbraio scorso, è stato inviato un commissario ad acta, per obbligare il Comune di Qualiano a rispettare la sentenza.
Grazie ad ulteriore accordo tra le parti, il comune è riuscito comunque a risparmiare quasi 200mila euro, ma considerato l’importo iniziale che avrebbe dovuto pagare, per le casse del Comune di Qualiano è stato un vero e proprio salasso. L’esproprio infatti, non superava ampiamente il miliardo di lire e quindi ben al di sotto dei 500mila euro.

