QUALIANO. Gent.mo dott De Rosa,
sono un fumatore “incallito” (dal 1989). Più volte ho creduto di smettere con le mie forze, ho provato con la soluzione drastica di smettere di colpo, ma dopo diversi mesi (anche 8-9) ho ricominciato peggio di prima. Oggi riesco a trattenermi, ma non riesco a scendere al di sotto di 1 pacchetto al giorno.
Sento che lo stimolo è forte perchè ne deriva un piacere, o meglio, una soddisfazione “irresistibile”, ma mi accorgo che la salute gia’ ne risente: catarro, muchi e una bronchite che non va via da un pezzo. Non le chiedo una cura infallibile perchè sono convinto che no ne esista una. Però so che esistono farmaci e terapie alternative che hanno dato ottimi risultati, su varie persone che conosco, ma anche scarsi risultati su altri conoscenti.
Esistono terapie affini a caratteristiche individuali particolari per la scelta del giusto metodo? Se si, quali? Può per cortesia elencare le varie terapie che possono aiutare a liberarsi dalla dipendenza del fumo?
GRAZIE…
Gino (Qualiano)
Caro Gino,
la ringrazio per il suo quesito, perché mi permette di affrontare una questione molto importante: quella dell’abitudine al fumo.
Si tratta di uno dei principali fattori di rischio non solo per le malattie cardiovascolari, bensì per la salute in senso lato. E non parlo soltanto delle malattie respiratorie e dei tumori. Nel fumo inalato ci sono particelle dannose per la salute di bronchi e polmoni ma, ahimé, anche sostanze che vengono assorbite attraverso la parete degli alveoli che, giungendo al torrente circolatorio, possono agire sull’organismo in vari modi. Le sostanze più studiate sono la NICOTINA ed il suo principale derivato COTININA, si tratta di due molecole con effetti tossici sul sistema nervoso che, secondo alcuni dati sperimentali, sarebbero responsabili almeno in parte della “dipendenza fisica” che si instaura nel tabagista. Risultati preliminari di alcuni studi effettuati presso i nostri laboratori (cattedra di cardiologia del Policlinico Universitario di Napoli, “Federico II”) lasciano supporre un effetto diretto delle sostanze in questione sulla parete delle arterie, tra cui modifiche in alcune popolazioni cellulari che potrebbero spiegare la maggiore frequenza con cui si verificano eventi quali trombosi vascolare e sindromi coronariche acute.
Da quanto mi racconta è evidente la sua determinazione nell’interrompere l’abitudine al fumo, oltre alla sua forte volontà (che le ha permesso di non fumare anche per diversi mesi). Comprendo inoltre le difficoltà di vincere quell’irresistibile stimolo di cui mi parla, e che la spinge a riprendere a fumare. Non deve assolutamente perdere questa determinazione, perché è sicuramente sulla buona strada. Mi permetta inoltre di incitarla a smettere del tutto e non semplicemente a ridurlo, se vuole regalarsi un futuro migliore.
Riguardo il piacere che, come ogni fumatore, prova nel consumare la sua sigaretta, la invito a fare un esercizio: provi ad annotare, su due fogli distinti, le cose che le piacciono del fumo e quelle che invece non le piacciono. Rileggere frequentemente le sue annotazioni, ed aggiungerne di nuove, la aiuterà a rinforzare la sua intenzione a smettere. Non solo, probabilmente, quanto maggiore sarà la sua astinenza dal fumo tante più si allungherà la lista delle cose che non le piacciono.
Ci sono poi tante piccole accortezze che possono esserle d’aiuto. Ad esempio provi a sostituire la sigaretta con qualcos’altro da metter in bocca, come un bastoncino, una radice di liquirizia, una matita, una gomma da masticare.
Un altro “trucco” consiste nel non fumare le sigarette per intero, meglio fermarsi a metà. Il catrame, infatti, a seguito delle aspirazioni tende a concentrarsi nella parte della sigaretta più prossima al filtro. Di conseguenza lasciare questa equivale ad inalarne un quantitativo molto inferiore. E’ controproducente, invece, “accorciare” la sigaretta spezzandola prima di iniziare a fumare (abitudine peraltro molto diffusa): il risultato sarebbe l’esatto opposto.
Un consiglio valido per tutti coloro che scelgano di cambiare il proprio stile di vita è quello di concedersi, quando possibile, momenti di relax, destinare parte del proprio tempo libero per sé, concedersi un bagno caldo, fare qualcosa di particolarmente piacevole che distolga l’attenzione dalla sigaretta.
E’ poi indispensabile evitare quelle abitudini che erano associate strettamente al fumo, tipico esempio la sigaretta dopo pranzo, quella dopo il caffé, o guardando la partita. Utile comunque, prima di accendere la sigaretta, pensarci per cinque dieci minuti, atteggiamento che facilita il controllo del desiderio di fumare.
Non faccia assolutamente scorta di sigarette, aspetti che il pacchetto sia finito prima di comprarne un altro. E tenga le sigarette lontane dal posto in cui si trova, in modo che sia difficile o scomodo andarle a prendere. In alternativa, le affidi a qualcuno a cui poi dovrà rivolgersi per chiederne una per volta.
Cerchi poi qualcuno con cui condividere la sua “battaglia”, qualcuno che sta cercando di smettere o un ex-fumatore, una persona a cui potrà rivolgersi nei momenti difficili, durante la sua astinenza dal fumo.
Riguardo la sua domanda sull’esistenza di terapie di supporto personalizzate, la mia risposta è si. Anzi, gli studi epidemiologici disegnati per studiare il fenomeno hanno dimostrato che nell’aiutare chi cerca di smettere di fumare è molto importante ricorrere ad un approccio “professionale”. Stanno già nascendo, a tal fine, centri specializzati per la prevenzione e la cura del tabagismo. Presso tali strutture, viene fornito un supporto completo, comprendente la terapia sostitutiva con nicotina, l’uso di alcuni surrogati della sigaretta, oltre ad un supporto psicologico adeguato al profilo caratteriale del singolo fumatore. Si tratta di strutture pubbliche, e l’utente è tenuto al pagamento del solo ticket, assolutamente non esoso.
Tra gli altri, le segnalo alcuni centri già operativi, come quello dell’ospedale Cardarelli, nella struttura complessa diretta dal dott. Antonio Granata (tel 081/7473326-3371), oppure quello del Policlinico “Federico II”, dell’istituto diretto dal Prof. Massimo Chiariello (tel 081/7463883). Ma ce ne sono altri, presso altri ospedali e distretti sanitari. Nelle prossime settimane realizzeremo una tabella con i recapiti di tutti i centri attivi sul territorio.
Per concludere ecco alcuni degli effetti a breve e lungo termine del fumo di sigaretta:
• Effetti a breve termine: nausea, vomito, aumento del colesterolo, della pressione, della frequenza respiratoria, di quella cardiaca, dell’acidità gastrica, alterazioni della motilità intestinale, del metabolismo dell’adrenalina, tosse, tremori alle mani, aterosclerosi…
• Effetti a lungo termine: cancro della cavità orale, della gola, dell’esofago, del polmone (questo anche nei fumatori passivi), del pancreas, dei reni, della vescica, dell’utero, bronchite cronica, asma, enfisema, attacchi cardiaci, arteriosclerosi, ictus, ulcera duodenale, varicocele, impotenza, amenorrea, parto prematuro. Probabile accelerazione della caduta dei capelli, maggior rischio di cataratta agli occhi, ingiallimento dei denti, invecchiamento della pelle…
La lascio con un “in bocca al lupo” per la sua “sfida” personale, ed una raccomandazione: non esiti a scrivere per ulteriori dubbi, preoccupazioni, curiosità, ma anche per farci sapere come procede!

