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venerdì, Maggio 10, 2024
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Marano. Area Pip, poche luci e molte ombre: il fallimento della classe dirigente

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Come può un insediamento industriale funzionare senza collaudi, autorizzazioni e servizi? Bisognerebbe chiederlo all’amministrazione comunale di Marano, che da circa due anni, nonostante gli impegni presi in consiglio, non ha ancora fornito alcuna risposta. E’ probabile che nell’assise in programma domani, emerga qualche novità, ma sono in pochi a crederci. Intanto prosegue l’attività frenetica all’interno dell’Area Pip tra Via Umberto Migliaccio e Via Cupa San Rocco, nel quartiere periferico della città, a pochi passi da Qualiano e Villaricca, dove c’è anche una strada che doveva servire ai mezzi pesanti per raggiungere la zona Asi di Giugliano e la rete viaria: circumvallazione esterna, asse mediano e autostrade. Tecnicamente non è proprio una strada, poiché a qualche centinaio di metri più a valle, c’è una voragine gigantesca che mette in pericolo l’incolumità di ignari avventurieri.

Degrado è il termine più appropriato per definire la situazione con una sola parola. Abbandono di rifiuti, roghi tossici, anarchia totale, allacci abusivi ad un sistema fognario pietoso (causa della voragine), agricoltori danneggiati due volte: la prima perché non hanno più accesso ai loro fondi, la seconda perché molti di loro non hanno ancora ricevuto i soldi dell’esproprio (e chissà se un giorno riusciranno ad averli), impiegati e operai che entrano ed escono, alcuni capannoni sono già in piena attività, altri invece sembrano completamente abbandonati.

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I controlli sono praticamente assenti, poiché ad avviso di molti, tra cui autorevoli esponenti della politica locale, quell’Area Pip non potrebbe (e non dovrebbe) funzionare, ma stranamente la zona brulica di gente. Capannoni acquistati a 750 euro al metro quadro e rivenduti a 2.000 – 3.000 euro al metro quadro (il regolamento non lo consentirebbe, ndr), il “Comparto A” mai costruito, che avrebbe dovuto ospitare un asilo nido, e un incubatore di Sart-Up, doveva essere realizzato dall’azienda che si è aggiudicato il bando, la “Cesaro Costruzioni”, ma il terreno su cui sarebbe dovuto sorgere è pieno di sterpaglie (e non solo), dal 2004 ad oggi, insomma, sull’Area Pip di Marano ci sono più misteri che certezze.

Un aborto. La vicenda, così come il sindaco Liccardo ha detto in più occasioni (smarcandosi dalla questione), è di competenza dell’Ufficio Tecnico del Comune, ma come in molti già sanno, il settore è scoperto del dirigente, il cui incarico è affidato ad interim al segretario generale dell’Ente e risposte, almeno per il momento, sembrano non esserci. Poche luci e molte ombre quindi su quella che poteva essere una grande opportunità per la città, ma che si è trasformata in un “aborto” da cui difficilmente la città riuscirà a trarre quei vantaggi, frutto di una grande illusione, che furono promessi durante la sua progettazione e nella fase iniziale di realizzazione. Vista la situazione, i danni per la città potrebbe essere ancor più gravi di quanto si possa immaginare

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