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«FOIBE, NON HA SENSO PARLARE DI “FEROCIA COMUNISTA”»
Il dibattito/1. Menna replica a Curzio: non esiste paragone tra orrori

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Caro Marcello Curzio, ricambio, come sai, la simpatia e la stima. Permettimi di dire che mi sembra un po’ triste questa gara tra giornate della memoria. Sono stati più cattivi i nazisti contro gli ebrei o i comunisti contro gli istriani? Si ricorda di più l’una o l’altra. Terribile – forse ancora di più della tragedia in sè – è la corsa a strumentalizzarla politicamente, a metterci un cappello e a giocarsela per minuscole ragioni interne. La storia, come tu stessi ricordi, è sempre complessa. Le cose vanno inquadrate, spiegate, raccontate: ci sono ambientazioni che incidono sui fatti, ci sono vissuti e storie personali e precedenti e fatti e tensioni antiche. Si è parlato meno delle foibe che dei lager nazisti? Evidentemente l’umanità ha sentito in maniera più profonda l’emozione per quella tragedia. Adesso si parla anche di foibe? Va bene. Finalmente. Ma stare qui a gareggiare, e a mettere la bandierina rossa sui forni nazifascisti e quella nera sulle foibe, mi sembra abbastanza ridicolo.

Consentimi, caro Marcello, di obiettare che non ha alcun senso parlare di “ferocia comunista”: non esiste, in sè, nel pensiero comunista, nella storia di questa antica dottrina, il timbro della ferocia. Il comunismo è stato interpretato con ferocia da alcuni suoi esponenti; ma da altri è stato ed è vissuto diversamente. Questo tentativo di parificare a tutti i costi il nazifascismo con il comunismo, mettendo in mezzo le foibe (perchè per 50 anni, il Msi o la Dc o il Pri o il Pli, o il Vaticano non hanno parlato di foibe? Tutti sporchi comunisti?)è un omaggio, oggi, alla teoria di chi vuole che, essendo pari, allora sdoganiamo tutto. Se ci sono falce e martello sulla scheda elettorale allora mettiamoci anche la svastica. No, non sono la stessa cosa. Il paragone comunismo-nazismo non sta in piedi. Se si facesse un’analogia tra Stalin e Hitler, sì, sarei d’accordo; se si facesse un’analogia tra Mussolini e Polpot, ok. Ma tra due nuclei di dottrina politica così distanti tra loro come nazifascimo e comunismo non può esserci paragone. Intanto perchè non è mai esistito un nazifascismo senza potere, solo come pensiero. E poi perchè il nazifascismo nasce e muore con Hitler e Mussolini. E quindi è tutto dentro quella storia. Il comunismo, no. Il comunismo è terrore nei paesi dove è andato al potere (compreso Marano) ma è alito di libertà e giustizia e lotta civile dove è stato all’opposizione. Dunque, non siamo tutti uguali.

In fondo – devo dire parafrasando Veltroni – oggi con la costituzione scritta da De Gasperi e Togliatti (e firmata dal comunista Terracini) abbiamo un repubblichino di Salò che fa il Ministro (Tremaglia); se la guerra l’avessero vinta i nazifascisti, Togliatti sarebbe marcito nelle galere insieme a Gramsci e De Gasperi sarebbe rimasto in esilio in Svizzera. Se proprio vogliamo fare una cosa buona, creiamo una “giornata della memoria per le vittime della ferocia dell’uomo” e ricordiamo i lager nazisti, le foibe comuniste, i bambini che in Africa muoiono di fame per mano di un capitalismo che concentra l’80% dei consumi nel 20 % della popolazione… e le vittime delle dittature amiche, quelle di Pinochet, finanziate con le armi dell’occidente, e le vittime delle bombe che sanno di petrolio, e i morti di Aids perchè le multinazionali dei farmaci non rilasciano i brevetti ai paesi in via di sviluppo. Insomma, ricordiamoci che da che esiste l’uomo, esiste l’orrore. E che non esiste un orrore giusto e un orrore sbagliato. E che l’orrore va combattuto sempre. Non solo in campagna elettorale.

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