VILLARICCA. “I killer di camorra che oggi sparano sono i muschilli, gli spacciatori
bambini di dieci anni fa: la città e la provincia pagano l’indifferenza
delle istituzioni. Qui dalle Colonne di Giugliano alla Vele di Scampia,
passando per i palazzoni grigi ed anonimi di Mugnano, Melito e Villaricca,
la vita vale meno di zero”. Sono parole dure quelle che pronunzia Teresa
Meo, docente di filosofia al liceo “Agostino Maria de Carlo” di Giugliano e,
nel tempo libero, tra le promotrici del premio letterario nazionale “Un
racconto nel cassetto” organizzato dall’associazione Ali di Villaricca. “Tutto intorno c’è il vuoto della Circumvallazione Esterna, che da Giugliano e Villaricca, porta a Scampia,al campo di battaglia della faida e a Mugnano, città dell’ultimo scontro mortale tra baby gang”, aggiunge a sua volta, Marcello Curzio, giornalista professionista, altra “anima” della battaglia culturale ingaggiata dall¹Ali di Villaricca.
“Un Racconto nel Cassetto” è un premio letterario nazionale per artisti
emergenti che si propone di contribuire al riscatto dell’area metropolitana a nord di Napoli da mesi dilaniata la cruenta mattanza dei clan malavitosi. L’ultimo, drammatico episodio risale a meno di quarantotto ore fa dove in uno scontro tra babygang è stato ucciso un ragazzino di 14 anni appena.
L’iniziativa, che si terrà dal 21 al 25 aprile prossimo, sarà presentata nelsalone dell¹Associazione napoletana della stampa al quarto piano del palazzo
di via Santa Maria a Cappella Vecchia 8/b dove è ospitata la sede
dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. Lo scenario del premio è quello di Villaricca, meno di due chilometri da quell’inferno chiamato Scampia, il quartiere dell’ultima faida della camorra
napoletana, quella che oppone i fedelissimi di Paolo Di Lauro, alias “Ciruzzo ò milionario” agli scissionisti, i vecchi affiliati del capoclan.
Un premio per artisti emergenti che conta quest’anno circa ottocento
partecipanti, dal Piemonte alla Sicilia. Una rassegna culturale che vuole essere una sorta di volano per l’affrancatura di un lembo d’hinterland partenopeo abitato da circa mezzo
milione di residenti. Nell’attesa che lo Stato e le istituzioni facciano la loro parte, a
muoversi, nell’area metropolitana a nord di Napoli è il volontariato. Che da
queste parti ha il nome e il volto di Pietro Valente, cinquantasei anni,
farmacista. Valente è il presidente dell’associazione Ali, che da due anni
organizza il premio letterario nazionale “Un racconto nel cassetto”. Nel
2003, Valente,unitamente ad una mezza dozzina di amici, ha pensato e
costruito qualcosa di semplice e di rivoluzionario nello stesso tempo. Ha
messo mano alla tasca e ha trasformato un vecchio garage in un teatro, ha
organizzato corsi di ceramica, fa incontrare i ragazzi delle medie inferiori
del distretto scolastico di Giugliano (la terza città della Campania) con
alcuni giornalisti free lance per parlare di scrittura e comunicazione.. Una
specie di cattedrale nel deserto, una “casa del popolo” senza colori
politici e soldi pubblici, in un comprensorio con mezzo milione di abitanti.
«Si tratta di cambiare la visione di questa parte del territorio – spiega
Valente – e la cultura può fa-re molto. Il degrado di queste zone è
amplificato e prende il sopravvento, a causa dei fatti di cronaca, su tanti
progetti e tante risorse positive». «Lo spirito che anima ogni anno questo premio ¬ha detto ancora
Valente – è quello di individuare, nel panorama letterario italiano, autori
e opere di forte impatto sociale e spesso legate al momento storico e
culturale che il mondo sta vivendo, per compiere una riflessione più attenta
sugli argomenti di attualità. Il tutto nella convinzione che le idee sono
ancora capaci di dare stimoli e suggestioni forti».
«LA CULTURA PER IL RISCATTO DELL’AREA A NORD DI NAPOLI»
Villaricca, lunedì la presentazione del concorso «Un premio nel cassetto»
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

