MARANO. Il Consiglio di Stato rigetta la richiesta di sospensiva, resta in sella l’amministrazione comunale di Marano. La notizia era nell’aria già dalla tarda serata di martedì, ma se n’è avuta conferma ufficiale solo ieri mattina. «Giustizia è fatta», dice a caldo il sindaco Mauro Bertini, che ha trascorso l’intera notte incollato al telefono.
Dunque, secondo i giudici di Roma è «inaccettabile» l’istanza avanzata dall’avvocatura di Stato riguardo la sospensione della sentenza emessa dal Tar lo scorso novembre, con la quale i magistrati napoletani riabilitavano il Consiglio comunale sciolto per camorra quattro mesi prima.
L’avvocatura di Stato, per conto del Ministero degli Interni e la Prefettura di Napoli, depositò il ricorso il 10 febbraio scorso, chiedendo sia un provvedimento urgente per la sospensione del reintegro degli amministratori sia un pronunciamento di merito. Con il rigetto della sospensiva – dicono a Marano – è stato superato lo scoglio maggiore, anche se bisognerà attendere quattro o cinque mesi prima della sentenza definitiva. «E’ però improbabile che il Consiglio di Stato si pronunci diversamente per il secondo giudizio – spiegano gli avvocati Giuseppe Abbamonte e Riccardo Marone – Ci vorrebbero elementi nuovi che al momento non esistono». E infatti il documento presentato dall’avvocatura di Stato ripercorre il contenuto del dossier redatto dalla Commissione di accesso agli atti comunali, l’organo insediatosi in Municipio il 10 aprile del 2003. «Il Tribunale amministrativo regionale – si legge nel ricorso – era chiamato a valutare la legittimità dell’atto dello scioglimento. Invece, il Tar Campania è entrato nel merito del lavoro svolto dalla Commissione d’acceso, travalicando la sua funzione». Con queste ragioni l’avvocatura di Stato ha chiesto il ripristino dello scioglimento per camorra e il rinsediamento dei commissari prefettizi.
I giudici romani hanno a lungo ascoltato le parti in causa prima di emettere il dispositivo di sentenza. E per alcune ore – dopo la decisione inaspettata sul ricorso della Mussolini – si è temuto un nuovo ribaltone per il caso Marano. Poi, però, è arrivata la sentenza di «riconferma» per gli amministratori. «La soddisfazione è enorme – dice Bertini – perché ciò dimostra che, nonostante i ripetuti tentativi di screditare ed infangare l’operato dell’amministrazione che guido dal 1993, la giustizia è ancora in buone mani. C’era la serenità di fondo che mi manteneva tranquillo, è ovvio: la consapevolezza di aver sempre agito nel pieno rispetto della legalità e soprattutto con la coscienza a posto. Tuttavia – aggiunge – le ferite prodotte dagli eventi del luglio scorso sono ancora dolorose: in quella circostanza avevamo avuto modo di verificare sulla nostra pelle come sia possibile travisare la realtà e la verità, gettando fango addosso alle persone, alle istituzioni ed alla comunità che rappresentiamo». Non la pensa allo stesso modo Gianfranco Scoppa, commissario della sezione An di Marano. «Rispetto le sentenze dei giudici – dice – anche se resto dell’opinione che Bertini e i suoi abbiano lavorato malissimo in questi anni. Fortunatamente la scadenza del mandato è vicina, e saranno gli elettori a giudicare il loro operato».

