GIUGLIANO. Il sindaco di Giugliano pronto a rassegnare le proprie dimissioni. «Ci sto pensando seriamente, mancano i presupposti per governare una città come Giugliano – afferma il primo cittadino, Francesco Taglialatela – Neanche con il varo della giunta politica si sono superati i problemi di rapporto con i partiti e la mancanza di dialogo blocca gli atti amministrativi». Senza accordo politico all’interno del centrosinistra, diventa difficile concretizzare progetti per rilanciare la terza città della Campania, con un territorio di 94 kmq, con 106mila residenti e tantissimi problemi di sicurezza urbana, traffico, discariche e rifiuti. E in effetti a distanza di due anni dall’insediamento, la crisi politica non è mai rientrata e nelle ultime ore il malessere è più che mai evidente. Sedute di Consiglio andate deserte, oppure conclusesi con un nulla di fatto anche quando si doveva discutere di argomenti importanti, come l’emergenza ambientale. Con l’approvazione del bilancio alle porte, poi, la situazione si fa sempre più tesa. Così ieri mattina il sindaco ha presentato un documento in conferenza con i suoi capigruppo per illustrare le ragioni della decisione, confermando così una voce che correva da giorni. «Al di sopra di tutto ci sono gli interessi dei cittadini – dice – ed è l’impossibilità di concretizzare questo presupposto, a causa dell’interazione negativa di diversi fattori, a spingermi in questa direzione». Le dimissioni annunciate poco prima delle 13, non sono state formalizzate entro le 19, orario di chiusura dell’ufficio del protocollo comunale. Ma il rischio che lo faccia nella giornata di oggi è grosso, dicono a Giugliano, pur sapendo di poterle ritirare entro 20 giorni. Intanto, la comunicazione ha messo in agitazione i politici. «Subito dopo la riunione ho avvisato la segreteria provinciale – dice Pasquale Parisi, capogruppo Ds -. C’è la necessità di ragionare sull’impasse e verificare se c’è la possibilità di andare avanti». Certo è che la decisione, in piena campagna elettorale, fa storcere il naso. «È una questione di metodo – polemizza il coordinatore cittadino dell’Udeur, Giulio Pezzella -. Il sindaco si dimette e poi i partiti decidono se deve rimanere o meno». Riesplode così un’antica ruggine tra sindaco e partiti, divenuta accesa sulla nomina di una giunta tecnica, subito contestata, e che a novembre scorso, dopo molte peripezie, è stata sostituita da una squadra di politici. Sono scettici dall’opposizione. «Non ci sorprenderemmo se dopo l’annuncio e l’eventuale presentazione le dimissioni rientrassero – dice Antonio Verde, consigliere Udc – Tuttavia dobbiamo affermare che a causa della scollatura con la sua maggioranza, Taglialatela non è riuscito ad attuare nemmeno un punto del suo programma». Cosa succederà? La situazione è complessa e rischia di precipitare da un momento all’altro. Già lo scorso novembre si raccoglievano firme per la sfiducia al sindaco.
TONIA LIMTOLA – IL MATTINO 25 MARZO 2005
