GIUGLIANO. Accuse del sindaco, i partiti non ci stanno. Nell’ufficializzare le proprie dimissioni la mattina del 6 aprile, il primo cittadino Francesco Taglialatela ha puntato il dito contro le forze politiche della sua maggioranza di centrosinistra, sparando a zero sul modo di fare politica a Giugliano. Nel mirino «partiti e consiglieri senza progetti comuni e nessuna possibilità di condividere tutti insieme un progetto politico a lungo termine». Passata la sbornia elettorale e ripresisi dallo sgomento di ritrovarsi catapultati in un nuovo e più grave capitolo di crisi, adesso i partiti chiamati in causa si attrezzano per difendersi. Ha suscitato la rabbia dei politici più di un passaggio della lettera di dimissioni di Taglialatela. In particolare dove si accenna alle «compromissioni che hanno caratterizzato ogni atto della vita amministrativa, determinando l’immobilismo». Esce allo scoperto con un documento il direttivo della Margherita, che l’altra sera ha dato il via alla girandola di dibattiti interni ai partiti che potrebbe produrre, già oggi, il primo incontro di tutta la coalizione. Nelle due pagine dattiloscritte si «esprime grande preoccupazione per la crisi in atto», ma si cerca subito un confronto sulle accuse del sindaco. «Sono passaggi offensivi. Non abbiamo svolto nessuna attività di interdizione illegittima – dice Nello Palumbo, coordinatore cittadino Margherita – Dei veri motivi di questo malessere ne parleremo al tavolo della coalizione, premessa indispensabile per stipulare un patto di rinnovata fiducia». Pronti a discutere anche i Ds. «Nell’interesse della città, noi ne abbiamo già discusso al nostro interno subito dopo la conferenza dei capigruppo», dice Salvatore D’Alterio, segretario Giugliano centro. Dall’opposizione non perdono occasione per ricordare a Taglialatela di non essere espressione di nessun partito: «I Ds lo hanno indicato perché non si trovava accordo su altri – incalza Giovanni Pianese, consigliere regionale Udc – e ora questo scatto d’orgoglio è intempestivo. Doveva ergersi subito super partes e assumere, secondo legge, la guida della città. Invece, si è fatto sovrastare e, a questo punto, non vedo come si possa recuperare».
TONIA LIMATOLA – IL MATTINO 9 APRILE 2005


