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UNA «COMPENSAZIONE» PER I NON ELETTI: SCHIANO IN LIZZA
Forza Italia, dai parlamentari sostegno a Martusciello

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NAPOLI. Ore difficili per Forza Italia, divisa tra una riflessione approfondita sui motivi della sconfitta in Campania e ancora nuovi veleni. Ieri il coordinatore regionale Antonio Martusciello ha convocato una riunione tenuta in serata all’Hotel Majestic insieme al gruppo di parlamentari e consiglieri eletti che gli è più vicino. Per il deputato Paolo Russo è stata «solo una riunione di corrente», visto che in una lettera al fulmicotone (nella quale definisce Martusciello un «ex» coordinatore) lamenta di non essere stato invitato, così come il collega Paolo Santulli. Dal coordinamento regionale dei giovani replica Paola Spiezia: «La riunione è stata indetta legittimamente dai coordinamenti provinciali del partito». Veleni a parte, nella riunione si è fatto il punto sulla situazione, i parlamentari hanno espresso una sostanziale solidarietà all’operato di Martusciello, condividendone le responsabilità, e hanno mostrato di voler dire la loro su come il partito debba ricucire il rapporto con il territorio: concetti che dovrebbero essere espressi in un documento da inviare all’attenzione del coordinatore nazionale Sandro Bondi e del presidente Silvio Berlusconi . Il dato più sereno riecheggia dalle rassicuranti parole di Alfredo Biondi, presidente della Consulta di Forza Italia, che in mattinata aveva spiegato da Roma: «Nessuna revoca della fiducia ai coordinatori regionali. Solo dopo la verifica Berlusconi provvederà alla conferma o alla revoca del mandato». Esulta il responsabile provinciale Francesco Maione: «Biondi smentisce quanti hanno azzardato improbabili scenari futuri, avanzando proprie autocandidature». E chiosa: «Mai vendere la pelle dell’orso prima che sia morto». A Napoli, la sconfitta assume i contorni più netti: si perdono 145mila voti e due seggi. In particolare si recrimina sull’esodo di alcuni esponenti: Giovanni Pianese, eletto nell’Udc (9.910 voti), Antonio Peluso, eletto nel Nuovo Psi (12.812 voti) e Pietro Maisto, che con 12.092 ha ottenuto un buon risultato nell’Udeur. Mentre già si profilano «compensazioni» per qualcuno dei non eletti: si fanno i nomi dei sindaci di Qualiano e Torre del Greco Schiano di Visconti e Valerio Ciavolino o del capogruppo uscente Franco Bianco. Ma Luciano Passariello, insieme al collega in consiglio comunale Ciro Signoriello, si oppone all’eventualità e tuona: «No a nomine consolatorie». Ad Avellino si scende oltre la storica soglia dei 35mila voti (toccata dal ’95) e viene eletto Cosimo Sibilia, nonostante quello che egli stesso definisce «l’aperto ostracismo del partito». Sul futuro Sibilia ha un’idea chiara: «Non si può andare avanti così, né affidare il partito a chi come Gargani perde in casa, basti guardare il dato del Comune Morra De Sanctis. In ogni caso non è certo Gargani l’uomo della mediazione». A Salerno (come a Benevento, dove la spunta Luca Colasanto) si perdono la metà dei voti e un seggio. Viene rieletto Antonio Cuomo, più vicino alla gestione Martusciello e ottimista: «Paghiamo lo scotto di un’azione di governo a livello nazionale che non convince. Si è creata una distanza tra partito e territorio che va recuperata». Qui il partito aveva puntato pure su Aniello Salzano, che non ce l’ha fatta, e c’è sempre il rammarico per l’esodo di Salvatore Gagliano, eletto in An: «Nessun problema, i suoi voti sono rimasti nella coalizione. Mi preoccupano di più i voti passati all’Unione». Perde meno Caserta, che mantiene i due seggi (Giuseppe Sagliocco e Paolo Romano), ma che rimpiange molto di più la sconfitta in Provincia. Dalla sua il coordinatore provinciale e deputato Nicola Cosentino non si sbilancia e dice: «Aspettiamo».


CORRADO CASTIGLIONE – IL MATTINO 9 APRILE 2005

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