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giovedì, Marzo 28, 2024
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CANNAVARO: NEOTON, INTRUGLI E «POZIONI MAGICHE»
Il caso. Ma lo sport ha davvero bisogno di tutto questo?

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VILLARICCA. Caro dottore,
nei giorni scorsi si è tanto parlato del filmato in cui Cannavaro s’inietta per endovena una flebo del farmaco “Neoton”. Siccome ci sono state versioni discordanti su tale farmaco, volevo sapere se è vero che si tratta di un medicinale usato dai cardiopatici e che influsso può avere su una persona, in quel caso un’atleta, che, in perfetta salute e ben allenato, sta per svolgere un’attività fisica.

Vincenzo C.
Villaricca


Caro Vincenzo,
il dubbio che manifesti è probabilmente quello di milioni di telespettatori che hanno assistito ad uno “spettacolo” imbarazzante. La messa in onda del filmato amatoriale che documentava un fenomeno probabilmente piuttosto diffuso tra gli atleti, ed i conseguenti processi e dibattiti, lunghi, estenuanti e rigorosamente inconcludenti del “talk show all’italiana” hanno suscitato grande perplessità.
Il problema fondamentale è che, probabilmente, la chiarezza non fa audience. Di conseguenza, abbiamo assistito a continui colpi di scena, alimentati da altrettanto inaspettate dichiarazioni dalle fonti più disparate: atleti, operatori sportivi, giuristi, medici, professori e giornalisti.
Tra le varie dichiarazioni, ricordiamo quella del professor Muller del DIPARTIMENTO DI FARMACOLOGIA CHEMIOTERAPIA E TOSSICOLOGIA MEDICA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO (incaricato dal giudice Casalbore nel processo Juve), che descritto il farmaco in maniera molto dura. Precisamente, dice Muller: “il neoton somministrato per fleboclisi nelle ore che precedono la partita risulta più consono al raggiungimento di una possibile interferenza col metabolismo energetico muscolare, piuttosto che alla prevenzione di ipotetici danni metabolici”.
Diversa, invece, la posizione di Silvio Garattini, noto farmacologo: “Tutti i farmaci provocano danni, e questo è stato dato in dosi consistenti, 5 grammi. Il Neoton è in fase di ritiro dal mercato perché era un farmaco che non aveva indicazioni per evidenze di efficacia in qualche caso, e io dubito dei benefici: sono sorpreso che i medici lo abbiano prescritto. Soprattutto non conosciamo gli effetti sui soggetti sani di somministrazione di determinati farmaci”.
Non sono mancate reazioni di solidarietà, soprattutto dal mondo sportivo. Juan Sebastian Veron, calciatore dell’inter, in un’intervista alla radio “Fm Rock&Pop” ha dichiarato: “Ho usato anch`io il Neoton in alcune occasioni, in particolare quando avevamo molte partite da giocare in pochi giorni. Il neoton viene normalmente utilizzato, è una sostanza lecita e il medico sapeva cosa ci dava, se fosse stata vietata non l`avrebbe somministrata”. Ed ancora, riferendosi al video mandato in onda: “Non è stato bello vedere quel video, ma ciò che si vede è più forte di quello che realmente è. Tra l`altro è stata scelta una musica di sottofondo, per mandare il video, che fa sembrare il tutto un dramma”.

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Ma andiamo per gradi… la creatina è una sostanza prodotta dal fegato e dai reni e si distribuisce per il 95% nei muscoli, dove è convertita in fosfocreatina (il famigerato “NEOTON”) e rappresenta una riserva di energia prontamente utilizzabile per la contrazione muscolare. Da un punto di vista clinico, Non esistono dati organizzati sull’uso clinico della creatina e nessun studio scientificamente rilevante ha sinora dimostrato un’indicazione clinica di questa sostanza. Per di più, una dieta equilibrata e completa ed una discreta attività fisica sono sufficienti a mantenere un adeguato livello di creatina muscolare.
Per quanto riguarda invece gli eventuali effetti sulle prestazioni sportive, di cui tanto si è discusso, tutto ciò che sappiamo si evince da pochi dati, peraltro di significato controverso. Miglioramenti della prestazione fisica dopo somministrazione di creatina sono stati dimostrati in alcuni studi su soggetti non allenati, impegnati in esercizi e in condizioni definibili “da laboratorio”. Altri studi effettuati su atleti, durante vere e proprie competizioni, non hanno confermato questa tesi. Ulteriori ed approfonditi studi clinici sono necessari per dimostrare l’efficacia della creatina nel migliorare il grado di sopportazione dello sforzo.
L’ampio utilizzo nella pratica sportiva di creatina è riferibile alla diffusa convinzione dei suoi possibili effetti ergogenici. Fanno impressione i dati sul consumo annuo di tale sostanza, stimato attorno alle 25000 tonnellate… una quantità enorme ed assolutamente ingiustificata!
La cosa di cui meno si è parlato è l’incredibile carico per i reni che comporta la somministrazione di dosi massicce del farmaco in questione. È auspicabile, come successo già in altre discipline sportive, una maggiore coscienza da parte degli atleti circa gli effetti delle sostanze che vengono loro somministrate. Accettare pedissequamente un caffé doppio, piuttosto che qualche centinaio di ml di chissà quale fluido nel torrente circolatorio equivale a non avere rispetto di un bene prezioso, la propria salute.
La mia opinione personale è molto vicina a quella di Silvio Garattini e, più di ogni altra cosa, mi sorprende la superficialità con cui si mette a rischio la salute di un atleta, nonché quella degli innumerevoli emuli, in funzione di un miglioramento della performance sportiva del tutto pretestuoso. Sia la plausibilità biologica, che la dimostrazione clinica degli effetti paventati sono infatti inconsistenti.

S. D. R

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