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giovedì, Marzo 28, 2024
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MURATORE ABUSAVA DELL’AMICHETTO DEL FIGLIO: PRESO
Sant’Antimo, il 40enne arrestato dopo indagini e verifiche

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SANT’ANTIMO. Il prezzo della vergogna. Sei euro e tante minacce, per comprare il silenzio di un ragazzino di otto anni, che violentava ogni sabato pomeriggio, in una cantina delle case popolari di Casandrino. L’ennesimo capitolo dell’infanzia violata si è consumato in uno scenario di degrado e di disumanità totale, per molti versi uguale a quello che fece da sfondo alla tragedia del piccolo Silvestro Delle Cave, ucciso, fatto a pezzo da una banda di pedofili, i cui resti sono stato ritrovati solo due settimane fa. Questa volta, grazie alle indagini congiunte dei carabinieri della caserma di Grumo Nevano e degli agenti della sezione minori della questura di Napoli, l’orco di Casandrino, Luca P., 40 anni, sposato, muratore con il vizio della bottiglia, padre di due bambini, uno dei quali amico della vittima, è stato arrestato ieri mattina. Gli agenti della sezione minori, diretta dal vice questore Maria Rosaria Romano, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale e atti sessuali su minori, con l’aggravante dell’età della vittima che è inferiore a dieci anni. Il pedofilo, che evidentemente si sentiva braccato dagli agenti, dai carabinieri e soprattutto dai familiari del bambino violentato, che avevano giurato a tutto il paese di farsi giustizia da soli, era praticamente scappato da Casandrino insieme a moglie e figli. E solo ieri, a conclusione di una vera e propria caccia all’uomo, a cui hanno partecipato anche i parenti del pedofilo, è stato rintracciato nell’abitazione di un familiare della moglie a Sant’Antimo e finalmente ammanettato. A scoprire il calvario del piccolo, era stata la mamma, e in modo del tutto involontario. Il 19 marzo scorso, mentre mamma e figlio passavano davanti all’abitazione del pedofilo, il piccolo si era improvvisamente bloccato, in preda ad una violenta crisi di pianto, mormorando in un sussurro: «Quello è uno che mi fa le cose cattive. Mamma andiamo via, presto». E solo a casa, grazie alla dolce insistenza della mamma, il ragazzino ha finito per raccontarle due mesi di orrore nel sottoscala dell’orco. I genitori, insieme al piccolo si sono precipitati in caserma, e davanti al maresciallo Antonino Bruno, il ragazzino ha di nuovo raccontato quello che aveva dovuto subire. Tutto era inziato un sabato di gennaio, quando la piccola vittima, alle tre del pomeriggio ha bussato a casa del pedofilo. Voleva solo chiamare il figlio, un suo amichetto e coetaneo. E invece l’orco, lo ha attirato in trappola, dicendo che suo figlio era nella cantinola e che lo stava aspettando. Poi Luca P. lo ha preso per mano il ragazzino e lo ha condotto giù, nella stanza dell’orrore, dove senza dire una parola, lo ha violentato. E questa scena si è ripetuta ogni sabato alle tre, con l’orco ad aspettare la sua vittima, ad aiutarlo a scendere sugli umidi scalini, a chiudere la porta facendo attenzione a non fare rumore. Poi calava la mano sulla bocca della vittima, mentre dal finestrino giungevano le voci dei figli, davanti alla tv.



MARCO DI CATERINO – IL MATTINO 7 MAGGIO 2005

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