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Marano. Morto per il crollo in Galleria, i familiari di Salvatore contro i pm

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La tragedia della Galleria Umberto: è cominciata ieri, davanti al gip Umberto Marcopido, la battaglia legale contro l’archiviazione delle posizioni dei proprietari degli appartamenti di piazzetta Serao 7 e del dirigente comunale Giancarlo Ferulano. I genitori di Salvatore Giordano, morto nel luglio di due anni fa dopo essere stato colpito alla testa dai calcinacci che si staccarono dalla facciata, ritengono che anche loro, come le sette persone per le quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio, siano responsabili della tragedia. Di qui l’esposto dei loro difensori, avvocati Angelo e Sergio Pisani, contro le archiviazioni e la fissazione dell’udienza camerale per la decisione. Udienza che è cominciata ieri ma è stata subito rinviata al 16 maggio per un difetto nelle notifiche.

I pm Lucio Giordano e Stefania Di Dona, con la supervisione del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, ipotizzano i reati di omicidio e disastro colposi. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda i dirigenti comunali Giovanni Spagnuolo (servizio Sicurezza abitativa) e Salvatore Capuozzo (servizio di difesa idrogeologica) per l’omissione di provvedimenti volti a scongiurare il rischio di crolli «in cooperazione colposa», si legge nel capo di imputazione, con i tecnici Giuseppe Africano e Franco Annunziata, del servizio di Protezione civile del Comune. I due, intervenuti rispettivamente ad aprile e maggio 2014 in occasione del distacco di parte di intonaco dal cornicione della Galleria, avrebbero omesso di rilevare la situazione di pericolo anche in altri punti dell’ingresso della Galleria e del frontone nonostante, contestano gli inquirenti, «evidenti fenomeni di progressiva disgregazione».

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Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per l’ex amministratore del condominio di piazzetta Matilde Serao 7, Mariano Bruno, e per il suo successore, Marco Fresa, nonché per Elio Notarbartolo, direttore dei lavori incaricato dall’assemblea di condominio: in particolare Bruno e Notarbartolo avrebbero escluso dai lavori programmati interventi di manutenzione e restauro di parti della facciata e del frontone, compreso quella da cui il 5 luglio 2014 si staccò il frammento che provocò la morte di Salvatore; a Fresa è contestata l’omessa manutenzione della voluta laterale del frontone che sovrasta l’ingresso della Galleria, che pure risulterebbe di pertinenza condominiale.
In seguito all’esposto degli avvocati della famiglia Giordano, secondo i quali il sindaco de Magistris non può non essere responsabile dell’accaduto, la Procura ha aperto — a indagini ormai chiuse, e dunque quando non era emerso alcun elemento a suo carico — un fascicolo, che non è stato ancora definito.

fonte: CorMez.it

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