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venerdì, Marzo 29, 2024
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«RIFIUTI, STOP ALLE ATTIVITA’ NELLE AREE COLPITE DAGLI INCENDI»
Ordinanza del commissario Catenacci: evitiamo manovre speculative

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GIUGLIANO. Strani incendi, focolai misteriosi, l’ombra del sabotaggio. Prima a Giugliano, poi nel Casertano, poi di nuovo in provincia di Napoli, a Caivano. Cdr, impianti di compostaggio e aree di stoccaggio per lavorazione dei rifiuti interessati da incendi non potranno più essere utilizzati per il trattamento della spazzatura fino all’accertamento definitivo delle cause dei roghi, e sempre che l’autorità giudiziaria ne escluda l’origine dolosa. E’ quanto prevede un’ordinanza firmata oggi dal commissario per l’emergenza rifiuti in Campania, Corrado Catenacci, con la quale si rinnova tale divieto, già in vigore, a tutti gli Enti pubblici interessati ed in particolare ai sindaci. Il divieto viene anche applicato nei confronti dei soggetti interessati, quando gli eventi incendiari si siano verificati per colpa grave degli stessi nell’attività di gestione degli impianti. Il provvedimento è stato adottato allo scopo “di evitare eventuali manovre speculative in aree che una volta liberate dai rifiuti andati in fumo potrebbero poi essere riutilizzate per il conferimento di altri materiali”. Un gesto di prudenza da parte del Commissariato su un argomento che scotta. E che per anni è stato al centro degli interessi della malavita. Sull’argomento interviene anche il deputato di An Marcello Tagliatatela che, in una nota, afferma che “i rifiuti non vanno in ferie e per questo motivo il commissariato straordinario di Governo non va lasciato solo nell’imminenza dell’ennesima impasse che sta per colpire il già precario ciclo di smaltimento in Campania”. Taglialatela ricorda che negli ultimi cinque anni in Campania la produzione dei rifiuti è aumentata del 3 per cento, ed il 90 per cento di questi viene conferito in discarica (circa 2.600.000 tonnellate all’anno) con la differenza che dal 1999 ad oggi le discariche ufficiali attive sul territorio della Campania sono passate da 85 a 62. Dunque i rifiuti aumentano, i vecchi impianti si riducono e quelli tecnologicamente più avanzati e più moderni, come le strutture di compostaggio, i Cdr ed i termovalorizzatori, non vengono costruiti. Quelli di compostaggio, infatti, sono 3 sui 6 previsti dal Piano Regionale, i Cdr 6 su 7, gli inceneritori 0 su 2. “Il tutto mentre la raccolta differenziata langue ad un misero 10 per cento”, conclude.

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