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mercoledì, Aprile 24, 2024
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CARDIOCHIRURGIA «ENDOSCOPICA», IL FUTURO E’ ALLE PORTE
In Italia i primi interventi a torace chiuso e senza anestesia generale

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INTERNAPOLI. Tra una nefasta notizia di cronaca e l’ennesimo scoop in tema di malasanità, ecco sbucare qualche novità interessante, testimonianza della vitalità della sanità in Italia. Non solo cattive notizie date in pasto alla stampa alla men peggio, dunque. Fortunatamente anche in Italia è di casa l’ecellenza.
Ieri l’altro, il 26 Agosto 2005, veniva infatti eseguito il primo intervento per la correzione chirurgica di una delle più diffuse malformazione cardiache congenite (un difetto del setto che separa il ventricolo destro dal sinistro) eseguita a cuore aperto, senza aprire il torace e con la paziente sveglia.
L’intervento è stato eseguito presso gli Spedali Civili di Brescia per mano del cardiochirurgo Claudio Muneretto, ed in collaborazione con il responsabile della Rianimazione cardiotoracica, Aldo Manzato.
Non si tratta che di un percorso, cominciato qualche tempo fa, quando già lo scorso gennaio veniva eseguito il primo intervento di by-pass aorto-coronarico per via endoscopica. In giugno venivano poi eseguiti i primi interventi cardiaci di questo tipo, associati all’uso della macchina cuore-polmoni. In pratica, si tratta di una pompa artificiale che sopperisce alla funzione degli organi nel corso dell’intervento, ossigenando il sangue e pompandolo nuovamente nell’aorta. Con tale tecnica, sono quindi già stati eseguiti con successo un intervento di sostituzione di una valvola cardiaca malfunzionante, ed un intervento per il trattamento di Fibrillazione atriale, la più frequente aritmia cardiaca. I primi esperimenti con la cardiochirurgia endoscopica sono cominciati circa quattro anni fa. Solo in seguito si è associato a questa tecnica meno invasiva rispetto a quelle tradizionali il ricorso all’anestesia toracica epidurale associata al blocco tronculare del nervo radiale, che ha permesso di eseguire gli interventi senza dover addormentare il paziente. Il traguardo finale raggiunto dall’equipe di Brescia è l’esecuzione di un intervento a cuore aperto e con circolazione extra-corporea eseguito a torace chiuso e senza anestesia generale. Soddisfatto il professor Muneretto: «Da anni – ha osservato – è stato avviato un programma di sviluppo di interventi cardiochirurgici mini-invasivi, quali il bypass aorto-coronarico e gli interventi sulle valvole cardiache, o il trattamento della fibrillazione atriale a torace completamente chiuso in pazienti svegli, senza anestesia generale. Da qualche mese – ha quindi aggiunto – abbiamo abbattuto una frontiera ritenuta in precedenza invalicabile, ovvero la possibilità di operare a cuore aperto per via totalmente endoscopica e senza l’anestesia generale in pazienti non intubati ed in respiro spontaneo».

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