SEQUESTRO GRIMALDI, INFLITTI 58 ANNI DI CELLA

GIUGLIANO. A venticinque
anni dai fatti, arriva una sentenza
a definire uno dei tre
capitoli processuali che si
sono aperti sul clamoroso
rapimento di Gianluca Grimaldi,
erede della nota famiglia
di armatori napoletani
rilasciato dopo 18mesi di prigionia.
Il verdetto è stato
emesso dai giudici della sesta
sezione penale dopo una
lunga camera di consiglio. E’
stato il presidente Eduardo
De Gregorio a leggere il
dispositivo della sentenza che
vuol dire condanna per Gaetano Rocchetti (esponente di
spicco della mala influente a
Secondigliano), per.Giuseppe
Mallardo (capoc1an,
insieme al fratello Francesco,
dell’omonimo gruppo di Giugliano)
e Salvatore Aceto
(altro pezzo da novanta, per
gli inquirenti, della zona settentrionale).
Concorso in
sequestro di persona a scopo
di rapina, il capo di imputazione
contestato. Venti anni
di carcere la condanna decisa
per Bocchetti e Mallardo,
diciotto anni di reclusione la
condanna inflitta ad Aceto.
Per l’accusa, parteciparono
alle fasi esecutive del rapimento.
Gìanluca Grimaldi fu
Sequestrato in via Caravaggio
il 2 dicembre 1980 e rilasciato
il 13 agosto dell’anno successivo
sull’autostrada Napoli-
Reggio Calabria, all’altezza
dello svincolo per Lagonegro
Nell’iniziale piano criminale
c’era l’intenzione di passare
l’ostaggio alla mala calabrese che si sarebbe occupata della
seconda fase del sequestro.
Grimaldi,invece,dopo essere
stato tenuto nascosto in un
appartamento di via Piave
140 a Napoli, fu rilasciato..La
Richiesta di riscatto per liberare
Grimaldi fu esorbitante, ai
Rapitori ne fu pagata una parte
consistente: 880 milioni di
vecchie lire nella prima tranche,
ed una somma di circa
un miliardo nella seconda. Le
rivelazioni dei pentiti contribuirono
a svelare retroscena
del sequestro, organizzato
dalla Nuova Famiglia che
all’epoca aveva bisogno di
soldi per meglio armarsi nella
guerra contro la Nco di Raffaele
Cutolo. Venticinque
anni dopo una sentenza,
anche se soltanto in primo
grado, rende verità giuridica
-quella che per lungo tempo è
stata una ricostruzione investigativa. Il processo si è svolto
con rito abbreviato e si è
concluso con una sentenza
che accerta le responsabilità
dei tre imputati, così’ come
chiesto dal pm Giuseppe
Narducci, il magistrato della
Dda che ha coordinato le
indagini. I nomi di Gaetano Socchetti, Salvatore Aceto e
Giuseppe Mallardosi aggiungono
a quelli di Mariano
Cirillo (legato, per gli inquirenti,
alla mala di Secondigliano), Eduardo Morra
(ritenuto un tempo legato al
clan di Forcella e secondo le
accuse dei pentiti l’uomo che,
durante il sequestro, tenne i
contatti con la famiglia del
rapito) e Luigi Vollaro (boss
di Portici detto ‘” o califfo”),
Questi ultimi tre sono stati già
processati in primo grado e
con il rito ordinario e condannati
a trenta anni di carcere
ciascuno. Nello stesso filone
processuale, che si chiuse a
gennaio scorso, furono condannati
i pentiti Luigi Giulia.
no (venti anni di reclusione) e
Ciro Vollaro (nove anni di
carcere). Resta ancora da
definire la posizione di Francesco
Mallardo, per gli inquirenti
capoclan di Giuliano e
secondo le accuse contestategli
nel processo l’ideatore del
sequestro. Nella ricostruzione
accusatoria, l’idea del rapimento
venne a Mallardo che –
a detta di Loigino, che fu
ascoltato in aula nella sua
veste di collaboratore di giustizia –
aveva contatti con i
‘marmolini’ in Calabria. TI
boss di Giugliano è stato
stralciato dal processo, perché
ha fatto ricorso alla legge
Cirami ricusando uno dei giudici
del collegio che, quando
era magistrato del tribunale
del Riesame, aveva emesso
un’ ordinanza nei suoi confronti.
Per Ciccio Mallardo,
dunque, il primo grado è
ancora in corso. Il processo è
rinviato sine die.


VIVIANA LANZA – CRONACHE DI NAPOLI 22 DICEMBRE 2005