11.8 C
Napoli
mercoledì, Aprile 24, 2024
PUBBLICITÀ

ESERCIZIO FISICO: FATICA, DILETTO O PREVENZIONE?

PUBBLICITÀ

“Lo sport fa bene”: è una affermazione diffusa e ampiamente condivisa che merita un po’ di riflessione ed alcune precisazioni. Ma molti sono gli interrogativi sulle modalità di una sana attività fisica. Dagli articoli scientifici pubblicati su riviste qualificate emerge che “il rischio di cardiopatia ischemica e di ictus cerebrale si riduce praticando esercizio fisico a livello moderato/elevato. A parità di altri fattori di rischio cardiovascolare, i soggetti attivi presentano una riduzione del 40-50% del rischio relativo a cardiopatia ischemica rispetto ai sedentari. L’esercizio fisico riduce anche il rischio di diabete mellito e di ipertensione arteriosa, contribuendo a decrementare i valori pressori nei soggetti ipertesi e i valori colesterolemici nei soggetti iperlipemici. L’attività fisica regolare di livello moderato non causa aumento degli episodi di morte improvvisa”.
Non ci sono dubbi, quindi, sull’effettiva riduzione del rischio di cardiopatia ischemica, ma come deve essere svolto l’esercizio fisico per ottenere tale effetto preventivo senza correre rischi?
Vi è un certo accordo nell’affermare che possono essere suggeriti due tipi di attività fisica, entrambi validi:

• attività quotidiana di circa 60 minuti con non intenso consumo energetico, come camminare, salire a piedi le scale, andare in bicicletta, fare giardinaggio, fare piccoli lavori di manutenzione della casa;

• esercizi più intensi tre volte alla settimana di circa 30-45 minuti, come cammino veloce, jogging, bicicletta, nuoto, danza, ginnastica , sci.

Quindi è molto importante che l’attività fisica non sia saltuaria, ma sia fatta con regolarità più volte alla settimana: questo è dimostrato a vari livelli da più studi clinici. Anche i fattori di rischio coronarico modificabili (ipertensione, colesterolemia, diabete) sono significativamente ridotti nei soggetti fisicamente attivi rispetto ai sedentari, ma la riduzione è maggiore nei soggetti che effettuano attività fisica più volte alla settimana.
Naturalmente ogni generalizzazione lascia il tempo che trova, una stessa attività fisica per qualcuno può risultare lieve, per qualche altro moderata o intensa: i giovani, ad esempio, affrontano lo sforzo in maniera ben diversa dagli anziani come i sani rispetti ai soggetti affetti da qualche patologia. Oltre alla sensazione di fatica, che è un parametro soggettivo difficilmente quantificabile ed affidabile, dobbiamo dunque trovare un parametro facile da misurare che ci indichi la giusta intensità dello sforzo da fare.
Tale parametro potrebbe essere ad esempio la frequenza cardiaca: per ciascun soggetto esiste una frequenza cardiaca massimale, che varia in base all’età, al sesso, al peso ed alle proprie condizioni cliniche. Tale frequenza massimale può essere calcolata in maniera teorica, con una semplice formula aritmetica (220 meno il valore dell’età del soggetto per i maschi e 200 meno l’età per le femmine); ovviamente è molto più corretto verificarla con una prova da sforzo massimale (ECG da sforzo – test ergometrico). Tale esame diventa indispensabile per i soggetti cardiopatici o sospetti tali, per individuare chi può avere addirittura danni dallo sport, ma è sicuramente utile anche per tutti quelli che, magari non più giovanissimi, intendono fare attività fisica. Una volta che si conosce la frequenza cardiaca massimale, per ottenere i benefici dell’allenamento durante attività fisica, occorre mantenersi tra il 70 e l’85% di quest’ultima: questo vale per i programmi con attività medio-intensa trisettimanale e non per quelli quotidiani di attività lieve. Gli esercizi, che devono essere perlopiù di tipo aerobico, in assenza di sforzi isometrici – come sollevare pesi impegnativi, sono impostati con una intensità tale da rispettare i valori di frequenza cardiaca allenante e con una cadenza settimanale in linea con quanto detto in precedenza.
Esaminati alcuni aspetti pratici dell’utilità dell’attività fisica per la prevenzione cardiovascolare, può essere interessante concludere valutando se in questo processo hanno un ruolo anche la fatica e l’eventuale piacere legati all’esercizio fisico. La fatica molto spesso è inversamente proporzionale alla motivazione. In conclusione, non vi sono dubbi sul fatto che lo sport faccia bene, tuttavia va praticato fatto nel modo giusto, e soprattutto con le dovute motivazioni e sottoponendosi ad adeguati controlli.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sistema Caivano, stangata per i Sautto-Ciccarelli: quattro secoli di carcere

Oltre quattro secoli di carcere. Questa la decisione presa quest'oggi dal gip del tribunale di Napoli Valentina Giovanniello in...

Nella stessa categoria