16.2 C
Napoli
venerdì, Marzo 29, 2024
PUBBLICITÀ

QUALIANO, QUANDO I VIGILI URBANI CHIESERO LA RIMOZIONE DELLA DISCARICA

PUBBLICITÀ

«Qualiano –Giugliano-Villaricca, il triangolo geografico noto a tutti, dove
si consumano fiumi di inchiostro e tonnellate di rifiuti tossici seppelliti e
bruciati ovunque. La cosiddetta “Terra dei Fuochi” come Legambiente la
denominata anni fa e che entrata nella memoria collettiva grazie ai riferimenti
dei romanzi di Massimo Parlotto, “Nord est” e dell’ultimo successo editoriale
del giovane scrittore Roberto Saviano “Gomorra”. Qui le colonne di fumo
nero, grigio, danno il benvenuto. Si brucia di tutto in queste terre, con buona
pace di chi dice il contrario, per “ovvie” ragioni. Ebbene in questo territorio
fuori controllo, di assoluta gestione anarchica, dove chi più ha più scarica,
cambia denominazione: è divenuto un grande inceneritore. A costo zero, dove
si può bruciare di tutto. Un inceneritore che è diventato per anni la “gallina
dalle uova d’oro” per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania. Un territorio,
questo, dell’inceneritore paese, sterminato che inghiotte rifiuti da anni, abusivi
e non. In località Ponte Riccio, la discarica Resit stracolma di ecoballe e poi
data alle fiamme giace ancora all’ aria aperta con tutto il suo carico
pestilenziale carbonizzato, mentre i contadini continuano a lavorare e respirare
in zona. I lavori dell’inceneritore non conoscono sosta. Nei pressi della
discarica Masseria del Pozzo, continuano senza interruzione a partire dalle ore
20.30 gli incendi di tonnellate di copertoni misto ad altre tipologie di rifiuti. Le
colonne di fumo invadono tutto il centro abitato di Qualiano i cui cittadini sono
tutti inconsapevolmente lavoratori di questo perfetto. inceneritore. Chi è
addetto alla chiamata dei Vigili del Fuoco, chi alla predisposizione di stracci
sotto le porte per impedire che la puzza penetrati di notte nelle stanze, chi a
pulire la mattina dopo i balconi dal nerofumo, chi ad eseguire le solite
fotografie dai vari tetti. Ma c’è anche chi, invece conta i soldi che ha
guadagnato. La tecnica di incenerimento è sempre la stessa. Esportabile. Basta
avere un territorio agricolo a disposizione e il disinteresse delle istituzioni. Si
parte con un sopralluogo preliminare, indicazione del luogo di scarico
utilizzando qualche oggetto particolare rinvenuto tra i rifiuti (sedie, poltrone,
televisori, molto gettonati i wc colorati), arrivo del camioncino, scarico veloce
dei copertoni e dopo aver regalato la somma di euro 25 ai rom, questi
provvedono all’attivazione dell’inceneritore. Copertoni, ricordiamo, per chi
avesse perso le precedenti puntate, sono pieni di sostanze tossiche, scarti di
conceria, fanghi industriali, solventi. Un sistema efficace anche per lo
smaltimento delle ceneri dato che rimangono in loco e fungono da base per il
prossimo carico. L’inceneritore paese è molto efficiente. Il 21 luglio 2005 un
rapporto dei vigili urbani di Qualiano chiedeva all’ amministrazione locale
provvedimenti urgenti affinché si provvedesse alla rimozione di una notevole
quantità di copertoni per autocarri ed autovetture, per evitare un incendio di
qualche sconosciuto. E’ inutile dirlo, o meglio scriverlo: provvedimento mai
attuato. E dopo poche settimane, l’incendio, ampiamente annunciato, si è
verificato. Appiccato il fuoco a diversi quintali di vecchi pneumatici, carcasse
d’auto e altro materiale “plastico”. Intervento dei vigili del fuoco che dopo
un’ora di lavoro domano le fiamme estesesi nel frattempo per centinaia di
metri tanto che si è reso necessario l’intervento della forestale che ha dovuto
bagnare per ore le pregiate coltivazioni di pesche, albicocche, prugne. E si
perché questa permane una terra fertile nonostante la violenze che subisce da
anni. Aprile 2006 in fiamme migliaia di copertoni il località Giugliano,
discarica abusiva di Via Ripuaria (circa un chilometro dal rogo precedente),
incendio in un’area di 2.000 metri quadrati che ha richiesto l’intervento per
cinque ore dei vigili del fuoco di Pianura e Scampia. L’allarme è scattato
poco dopo le 14.00 lanciato da molti clienti dei numerosi ristoranti della zona.
Il rogo ha prodotto una nube tossica e una colonna di fumo nero visibile da
chilometri. Ultima vittima illustra della nuova frontiera degli smaltitori abusivi
è il Lago Patria, pochi metri dal paese inceneritore, ormai divenuto il terminai
privilegiato dello smaltimento abusivo. Di notte, agiscono i criminali con
un’operazione di sversamento quanto semplice, quanto rapida. Con piccoli
furgoni cisterna scaricano i liquami in pochi minuti senza lasciare tracce. E che
dire per l’emergenza amianto. In tutta l’area del giuglianese ormai non vi è
stradina interna, vecchia masseria o campi dell’entroterra che non abbia il suo
cumulo di lastre di eternit. Questo materiale, contenente fibre di amianto,
proveniente dallo smantellamento di vecchi tetti e depositi, viene
sistematicamente smaltito all’aperto. E si perché anche l’inceneritore paese ha
le sue regole di funzionamento da rispettare. La tecnologia non è ancora pronta
a bruciare eternit. Meglio lasciarlo riposare».




Dal rapporto “Ecomafia 2006 – Il caso Campania” di Legambiente

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Racket per gli Scissionisti a Melito, condannato l’ex comandante Marrone

Si è concluso questa sera il processo di primo grado relativo all’inchiesta sul racket a Melito che vedeva il...

Nella stessa categoria