Ha lasciato il carcere da qualche giorno perché come tutti ha beneficiato dell’indulto. Ma Guido Abbinante, fratello di Raffaele, è davvero un boss. Le premesse della “legge della clemenza” erano delle migliori: nessun “pezzo da novanta” sarà scarcerato, dicevano. Ma allora com’è possibile che nel giro di pochi giorni sono tornati liberi dei camorristi?
Napoli adesso trema, e con tutta la città anche
le forze dell’ordine. Guido Abbinante ha lasciato
il carcere nonostante avesse sulle spalle
una condanna a 20 anni di reclusione per
traffico internazionale di sostante stupefacenti
aggravata dall’articolo sette in quando appartenente
al clan Di Lauro.
Era il 18 maggio quando Achille Scura, presidente
della quarta sezione penale del Tribunale
di Napoli pronunciò la sentenza di condanna.
Ma per Guido Abbinante nulla cambiava
in quanto per quell’ordinanza era a piede
libero perché i termini per la sua custodia
cautelare erano già scaduti come fecero emergere
i difensori Claudio Davino e Rosario Marsico.
Un particolare importante, il fattore “ics”
che ha determinato la scarcerazione da parte
dell’ufficio esecuzione della Procura Generale.
Guido Abbinante era infatti recluso per una
condanna che aveva avuto diversi anni fa per
droga. Era stato condannato a nove anni di reclusione
e ne aveva già scontanti sei. Gli rimanevano
tre anni.
Per questo motivo gli uffici della Procura
(nella foto), non hanno potuto fare altro che
incartare la richiesta di scarcerazione immediata.
Il fax è arrivato al carcere e per Abbinante
si sono aperte le cancellate. Ha lasciato
il penitenziario ed è tornato a casa come se
fosse la cosa più normale del mondo. Non troverà
sua moglie che proprio la scorsa settimana
è stata arrestata perché destinataria della
medesima ordinanza che colpì il marito. Lei
però è stata condannata a soli cinque anni e
nove mesi di reclusione. Guido Abbinante è un
ex esponente di spicco del clan Di Lauro, poi
passato con gli “scissionisti”, protagonisti della
cruenta faida esplosa con il gruppo storico
di “Ciruzzo ’o milionario”, che ha insanguinato
i quartieri Secondigliano, Scampia e Melito
di Napoli. Con la morte di Gennaro Licciardi,
avvenuta il 3 agosto 1984, la situazione della
criminalità organizzata creatasi nell’esteso
territorio di Secondigliano e zone limitrofe,
subì una metamorfosi. Fu costituita nel quartiere
una coalizione di più gruppi, per acquisire
la supremazia sulle altre consorterie criminali
nel controllo e la gestione dei traffici illeciti
più redditizi: l’Alleanza di Secondigliano,
formata dalle famiglie Licciardi, Lo Russo
e Mallardo. Altri gruppi minori, che facevano
capo a noti personaggi, come gli Abbinante, i
D’Avanzo, i Prestieri ed i Pariante, si sono uniti
sotto la cupola camorristica, in cui c’era anche
Paolo Di Lauro, detto “Ciruzzo ‘o milionario”.
In particolare, Guido Abbinante ha precedenti
per associazione a delinquere di
stampo camorristico (clan Di Lauro), indicato,
prima della faida, come diretto interlocutore
del capoclan Paolo Di Lauro, che impartiva
disposizioni ai suoi uomini di fiducia, attraverso
di lui. Guido Abbinante è fratello di
Raffaele ed Antonio, il primo detto “Papele ’e
Marano”, affiliato ai Nuvoletta di Marano e,
successivamente, luogotenente di Di Lauro,
entrambi pluripregiudicati.
FABIO POSTIGLIONE – IL ROMA 8 AGOSTO 2006