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giovedì, Aprile 25, 2024
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MARANO: INDULTO CHOC, TORNA A CASA IL BOSS DELLA CAMORRA GUIDO ABBINANTE

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Ha lasciato il carcere da qualche giorno perché come tutti ha beneficiato dell’indulto. Ma Guido Abbinante, fratello di Raffaele, è davvero un boss. Le premesse della “legge della clemenza” erano delle migliori: nessun “pezzo da novanta” sarà scarcerato, dicevano. Ma allora com’è possibile che nel giro di pochi giorni sono tornati liberi dei camorristi?

Napoli adesso trema, e con tutta la città anche

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le forze dell’ordine. Guido Abbinante ha lasciato

il carcere nonostante avesse sulle spalle

una condanna a 20 anni di reclusione per

traffico internazionale di sostante stupefacenti

aggravata dall’articolo sette in quando appartenente

al clan Di Lauro.

Era il 18 maggio quando Achille Scura, presidente

della quarta sezione penale del Tribunale

di Napoli pronunciò la sentenza di condanna.

Ma per Guido Abbinante nulla cambiava

in quanto per quell’ordinanza era a piede

libero perché i termini per la sua custodia

cautelare erano già scaduti come fecero emergere

i difensori Claudio Davino e Rosario Marsico.

Un particolare importante, il fattore “ics”

che ha determinato la scarcerazione da parte

dell’ufficio esecuzione della Procura Generale.

Guido Abbinante era infatti recluso per una

condanna che aveva avuto diversi anni fa per

droga. Era stato condannato a nove anni di reclusione

e ne aveva già scontanti sei. Gli rimanevano

tre anni.

Per questo motivo gli uffici della Procura

(nella foto), non hanno potuto fare altro che

incartare la richiesta di scarcerazione immediata.

Il fax è arrivato al carcere e per Abbinante

si sono aperte le cancellate. Ha lasciato

il penitenziario ed è tornato a casa come se

fosse la cosa più normale del mondo. Non troverà

sua moglie che proprio la scorsa settimana

è stata arrestata perché destinataria della

medesima ordinanza che colpì il marito. Lei

però è stata condannata a soli cinque anni e

nove mesi di reclusione. Guido Abbinante è un

ex esponente di spicco del clan Di Lauro, poi

passato con gli “scissionisti”, protagonisti della

cruenta faida esplosa con il gruppo storico

di “Ciruzzo ’o milionario”, che ha insanguinato

i quartieri Secondigliano, Scampia e Melito

di Napoli. Con la morte di Gennaro Licciardi,

avvenuta il 3 agosto 1984, la situazione della

criminalità organizzata creatasi nell’esteso

territorio di Secondigliano e zone limitrofe,

subì una metamorfosi. Fu costituita nel quartiere

una coalizione di più gruppi, per acquisire

la supremazia sulle altre consorterie criminali

nel controllo e la gestione dei traffici illeciti

più redditizi: l’Alleanza di Secondigliano,

formata dalle famiglie Licciardi, Lo Russo

e Mallardo. Altri gruppi minori, che facevano

capo a noti personaggi, come gli Abbinante, i

D’Avanzo, i Prestieri ed i Pariante, si sono uniti

sotto la cupola camorristica, in cui c’era anche

Paolo Di Lauro, detto “Ciruzzo ‘o milionario”.

In particolare, Guido Abbinante ha precedenti

per associazione a delinquere di

stampo camorristico (clan Di Lauro), indicato,

prima della faida, come diretto interlocutore

del capoclan Paolo Di Lauro, che impartiva

disposizioni ai suoi uomini di fiducia, attraverso

di lui. Guido Abbinante è fratello di

Raffaele ed Antonio, il primo detto “Papele ’e

Marano”, affiliato ai Nuvoletta di Marano e,

successivamente, luogotenente di Di Lauro,

entrambi pluripregiudicati.



FABIO POSTIGLIONE – IL ROMA 8 AGOSTO 2006

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