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giovedì, Maggio 23, 2024
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DON SALVATORE: «RAGAZZI, LA VITA E’ UN DONO DI DIO»

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Due bare bianche portate in spalla dagli amici di Ernesto e Fabio. Due lunghi cortei silenziosi. La folla composta dai parenti e da tantissimi giovani viene salutata da petali di fiori bianchi per tutto il percorso che conduce alla chiesa in piazza Gabriele D’Annunzio. Lacrime, commozione e uno striscione: «Fabio – Ernesto… Sempre nei nostri cuori», con due firme, quella di Valeria e di Melania, le giovani fidanzate alle quali Fabio ed Ernesto hanno lasciato un vuoto incolmabile.
I due giovani sono morti in seguito al tragico incidente avvenuto nella tarda serata di giovedì 10 maggio scorso: la loro moto si è schiantata contro una fiat Punto in Via della Resistenza a Calvizzano.
La messa è stata celebrata da Don Salvatore, il giovane viceparroco della comunità di Santo Stefano, lui che di funerali di ragazzi morti sulla moto ne ha già celebrati tanti è un sacerdote stanco di ripetere: «Non voglio mai più celebrare messe di questo tipo», è stanco di ricordare ai ragazzi che «la Vita è un dono di Dio, non possiamo permetterci di buttarla via in questo modo», esorta per l’ennesima volta ad indossare il casco, di cui si torna a parlare ad ogni incidente mortale, che puntualmente non viene mai indossato, rendendo vana ogni volta, la morte del ragazzo di turno. Nonostante la chiesa è stracolma di persone, il sagrato di Piazza Gabriele D’Annunzio è affollato in ogni angolo: settecento, forse mille persone per dare l’ultimo saluto a due ragazzi troppo giovani per lasciare questa terra e troppo giovani per lasciare padri e madri con una ferita che non si rimarginerà mai. «Un genitore non dovrebbe mai vedere morire un figlio» sussurra una donna visibilmente commossa. Al termine della messa, le due bare bianche vengono portate fuori dalla chiesa dove scatta un interminabile applauso. Si snoda poi un lunghissimo corteo che attraverserà le principali strade di Qualiano e ancora, ad accoglierli, un cordone di tantissime persone: amici e semplici cittadini, applaudono e gridano i nomi di Fabio ed Ernesto, lo striscione posizionato alla testa del corteo, e dietro gli amici che portano in spalla le bare dei due ragazzi fino al cimitero di Qualiano, in Via S. M. a Cubito.

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