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TRAGEDIA DI MELITO, DISPOSTA L’AUTOPSIA

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MELITO – Disposta l’autopsia sul corpo di Monica Ursini, la ragazza incinta al terzo mese che lunedì pomeriggio si era lanciata nel vuoto dal balcone di un hotel di Melito dopo una discussione con il convivente, padre del bimbo che la ragazza portava in grembo. L’esame autoptico sarà eseguito questa mattina, dopodiché la salma sarà restituita alla famiglia per i funerali, che dovrrebbero svolgersi a Secondigliano. La polizia, intanto, prosegue le indagini. Ieri sono stati sentiti altri testimoni, mentre non è escluso che dopo l’autopsia venga nuovamente sentito il convivente. Dalle testimonianze raccolte dagli investigatori, i rapporti tra i due amanti erano buoni. La relazione tra Monica e S. era cominciata poco più di un anno e mezzo fa. Da circa un anno i due si erano trasferiti in Germania a Badendorf, dove gestivano una pescheria. Da tre mesi la ragazza era incinta. Tra i due le cose andavano nel migliore dei modi. Malgrado i familiari di lei avessero tentato in ogni modo di scoraggiare questa relazione, sono stati i primi a confermare che la coppia era felice e che tra i due non c’erano problemi.
La coppia era tornata in Italia per partecipare ai funerali della sorella di lei, morta una settimana fa, e sarebbe dovuta ripartire ieri. Dopo pranzo, i due avevano avuto una discussione sull’opportunità di passare o meno a salutare i familiari di Monica. S. avrebbe voluto che la ragazza lasciasse perdere, era stufo del fatto che le ripetessero sempre le stesse cose, che non perdessero occasione per rimarcare il loro dissenso per questa relazione. S. è infatti separato e dal precedente matrimonio ha avuto tre figli. Nel bel mezzo della discussione, che non aveva avuto toni particolarmente accesi, Monica si era lanciata dal balcone della camera d’albergo. S. aveva tentato disperatamente di salvarla, ma i suoi tentativi erano stati vani. La polizia sta ora cercando di appurare se la ragazza soffrisse di un esaurimento nervoso o fosse affetta da crisi depressive. Al momento, però, non ha trovato alcuna conferma a questa ipotesi. È stato, invece, accertato che la donna fin da piccola soffriva di crisi convulsive. Lo scopo dell’autopsia è, quello di verificare se Monica fosse sotto l’effetto di alcol e se fosse stata colta da convulsioni, come hanno riferito diversi testimoni. Il direttore dell’albergo e alcuni inservienti hanno riferito di essere stati richiamati all’esterno dell’albergo dalle urla e dalle richieste di aiuto di S.C. «Quando siamo arrivati fuori – ha riferito uno dei dipendenti dell’albergo – abbiamo visto la ragazza penzoloni, appesa nel vuoto. Lui chiedeva aiuto e la teneva per un braccio. Lei non urlava, era quasi immobile. Ad un certo punto, è sembrata irrigidirsi. Abbiamo visto l’uomo scivolare all’indietro è lei è volata giù sotto i nostri occhi». La polizia ha anche chiesto al personale in servizio la notte precedente se avessero sentito i due litigare, se avessero notato qualcosa di strano nell’atteggiamento della coppia, senza però trovare niente che non quadrasse con le dichiarazioni fatte dal compagno di Monica.
L’uomo, l’altra sera, ha evitato d’incontrare i familiari di Monica e nei prossimi giorni potrebbe tornare in Germania.




ANTONIO POZIELLO – IL Mattino 4 dicembre 2002

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