Immaginate una città grande come Caserta.
E poi provate anche a immaginare
che è nata dal nulla in circa dieci anni.
Oltre sessantamila abitazioni, capannoni
industriali, attività produttive, addirittura
stalle. Un centro urbano in calce
mattoni, completamente abusivo, illegale,
anche brutto esteticamente e capace
spesso di sfregiare aree della Campania
Felix, nato e cresciuto grazie e soprattutto
ai ripetuti condoni edilizi. Un territorio
martoriato e falciato dalla grave piaga
dell’abusivismo edilizio. E ad alimentare
questo business è stata senza dubbio
la criminalità organizzata. Camorra imprenditrice.
Dal capitale solido e da riciclare.
Invasiva ma soprattutto convincente.
Sicura di sé, tanto da lavorare alla
luce del giorno. Attraverso l’abusivismo
sono stati riciclati ingenti capitali ‘‘sporchi’’
derivanti da altre attività criminali;
si è sviluppata un imprenditoria complessa,
che mantiene il controllo del territorio
con l’apertura di cementifici ed imprese
edili. Una ‘‘valanga’’ di cemento, che
non ha più nulla a che fare con ragioni di
‘‘necessità’’. È pura speculazione. Da
un’indagine campione su ben 51 Comuni
campani che negli ultimi anni sono stati
interessati da decreti di scioglimento per
infiltrazione mafiosa, di questi ben 20,
dunque il 39 per cento del totale, presentano
tra le motivazioni del provvedimento
il fenomeno dilagante dell’abusivismo
edilizio. L’analisi dei decreti di scioglimento
rivela infatti l’esistenza di alcune
vere e proprie costanti nei fenomeni d’infiltrazione
mafiosa. Ebbene l’abusivismo
edilizio e l’intero ciclo del cemento
rimane la motivazione più forte, più presente.
Spesso le amministrazioni sono responsabili
dell’assenza o dei gravi ritardi
nell’adozione dei più elementari strumenti
di pianificazione urbanistica, a cominciare
dai Piani regolatori generali, la cui
elaborazione, quando viene avviata, si
svolge in stretto contatto con le cosche
locali, come dimostra il ritrovamento di
documenti urbanistici ufficiali nelle case
dei boss, come quella di Pasquale Galasso,
ad esempio, a Poggiomarino.
Altre volte il problema risiede nel rilascio
sistematico di concessioni edilizie a
termine di procedure illegittime: concessioni
che alimentano il fenomeno dell’abusivismo
edilizio, di fatto tollerato,
quando non addirittura sostenuto dalle
amministrazioni comunali in cui la camorra
si ritaglia un ruolo da protagonista
nella lottizzazione dei terreni, nella disponibilità
di ditte edili, nella fornitura
di materiali e nella stessa realizzazione di
immobili.
La Campania appare come il regno
dell’‘‘edilizia spontanea’’, degli ingredienti,
fantasiosi e creativi, per ‘‘scavalcare scavalcare’’
le maglie della legge e realizzare un
manufatto abusivo. Tutto parte da un
premessa, un motto che gira in Campania,
soprattutto sulle isole, da Ischia a
Capri. Un motto diventato regola: la licenza
edilizia non te l’assegna il Comune,
ma il vicino. Se il vicino tollera e sta
zitto, nessun problema per il tuo gazebo
abusivo, per il tuo balcone abusivo, per
la tua abitazione abusiva.Eil viaggio nell’edilizia
spontanea, parte da Quarto, paese
in Provincia di Napoli, area nord.
Terra senza regole. Dove i tetti delle case
sono quasi tutti spioventi.Comesulle Alpi
o nelle città del Nord Italia. Il motivo è
semplice. Con la scusa di voler realizzare
sottotetti termici, qui la gente ha costruito
mansarde abusive. Dal 2001 ad oggi sono state più di 4.000 le richieste per la
realizzazione del sottotetto termico. Del
resto per avere l’autorizzazione basta
presentare la Dia (dichiarazione inizio attività).
Basta che il tetto abbia una punta
massima alta 4 metri,
la minima 50 centimetri,
la pendenza non deve
superare il 35%. Dietro
queste autorizzazioni
si ‘‘nascondono’’
mansarde di oltre 200
metri quadrati, autorizzate
dalComune anche
se sulla carta dovrebbero
servire solo
ad isolare i terrazzi dal
freddo. E se entro 30
giorni dalla presentazione
della documentazione non c’è diniego
da parte del Comune, il bluff è riuscito
e si aprono i cantieri.Ma la capitale
dell’ingegno spetta alla Costiera Amalfitana.
Qui i prodotti tipici, agrumi e limoni,
fanno la loro parte. Basta iniziare con
i pilastri coperti dai famosi teloni verdi,
adoperati per la copertura degli agrumeti
dalle gelate invernali. Si aggiungono
poi uliveti e limoneti a circondare il cemento.
In poche ore la baracca formata
dai soli pilastri diventa rustico e in pochi
giorni, la villa è bella e fatta. Ma c’è anche
chi fa da sé. Basta essere una buona
massaia. Lo scorso anno ad Atrani, un
cantiere abusivo era nascosto sotto grosse
lenzuola bianche stese al sole, notate
dalla Sezione operativa navale di Salerno
della Guardia di Finanza, grazie a potenti
binocoli.Unenorme bucato,che nascondeva
il cantiere di ampliamento di
un immobile adibito a bed and breakfast
di proprietà di una famiglia romana.
PEPPE RUGGIERO
Legambiente Campania
dal “CORRIERE DEL MEZZOGIORNO- OSSERVATORIO SULLA LEGALITA'” – VENERDÌ 20 LUGLIO 2007