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«Un campo nomadi sul litorale? No, grazie»

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Venerdì 3 Gennaio 2003



GIUGLIANO – Appena si valuta l’ipotesi di trasferire il campo nomadi Rom, da oltre dieci anni nella zona Asi, scoppia la polemica. Dopo anni di resistenza nell’area a ridosso del Ponte Riccio, adesso è l’ipotesi della fascia costiera ad accendere gli animi. Inutile girarci intorno: la convivenza non sorride a nessuno. «Turismo definitivamente compromesso», tuonano da Licola, Varcaturo e Lago Patria. Insomma liberare l’area industriale e trovare nuovi spazi per i nomadi non sembra affatto impresa facile nemmeno per il commissario prefettizio Bruno Pezzuto che amministra la città dopo lo scioglimento per ingovernabilità del consiglio comunale di Giugliano.
Un braccio di ferro che, mettendo da un lato gli imprenditori dell’Asi e dall’altro gli operatori turistici del litorale, avrebbe messo in difficoltà qualsiasi amministratore comunale. L’ipotesi, saltata fuori durante un incontro prefestivo tra il commissario e i segretari cittadini dei partiti, ha subito acceso gli animi. Tra i politici subito si fanno avanti i responsabili dello Sdi: con una lettera invitano il commissario a trovare una soluzione alternativa alla localizzazione del campo nella fascia costiera. La motivazione dello Sdi? «Si chiede con forza di abbandonare ogni ipotesi che possa – si legge – anche minimamente compromettere le possibilità di sviluppo turistico delle frazioni costiere, atteso che il turismo è un’importante risorsa per la nostra città».
È guerra anche tra i residenti dei due rioni, entrambi assediati dal degrado. Al Ponte Riccio, a ridosso della zona industriale, convivono anche con le discariche, il Cdr e la piattaforma di stoccaggio e non vedono l’ora di allontanare almeno i Rom. Ma non vivono meglio sulla fascia costiera, a loro volta stanchi di essere considerati cittadini di serie «b», assediati anch’essi dalle discariche abusive, senza servizi e infrastrutture. La scelta del luogo dove realizzare il nuovo insediamento Rom, che resta sempre e comunque una comunità di «diversi» nonostante gli sforzi dell´Opera Nomadi, ha sempre messo in crisi le amministrazioni comunali di Giugliano. Il rischio era operare una scelta impopolare. Adesso però si tocca un altro argomento a cuore di politici e imprenditori: la vocazione turistica del litorale a lungo trascurata. Non si stanca di ripeterlo Adolfo Masullo della Fiba: «Questo litorale non muore solo grazie alle iniziative dei privati che ogni anno si inventano nuove attrattive e servizi per catturare i bagnanti».
Nel frattempo la convivenza con i Rom non piace agli imprenditori dell’Asi, i quali hanno lanciato di recente anche un sos anche al questore Malvano, al quale hanno chiesto di farsi portavoce presso le autorità competenti per accelerare il trasferimento altrove della baraccopoli che ospita 500 persone. Al comune esiste già un progetto per realizzare un villaggio capace di ospitarne dignitosamente 200, ma si deve trovare il posto. In contemporanea la provincia dovrebbe individuare altri siti nei quali dare una casa a quelli in esubero, sempre nel rispetto dei gruppi familiari.




TONIA LIMATOLA – Il Mattino 3 gennaio 2002

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