Ride mentre percorre il corridoio del comando provinciale, si guarda intorno allargando le spalle. Lui, Mario Buono, pregiudicato di 23 anni, il salto di qualità criminale l’ha bello e compiuto, almeno secondo le accuse contenute nel fermo della Dda di Napoli. È indicato come killer fedelissimo del clan Di Lauro, l’uomo che lo scorso 10 agosto uccise Nunzio Cangiano all’esterno del Magic World di Licola. Un’accusa rafforzata dalla denuncia di alcuni testimoni, spettatori increduli del raid mortale avvenuto all’esterno del «magico mondo» dei divertimenti alle porte di Napoli. Questa volta non c’è stato il silenzio omertoso e qualcuno è uscito allo scoperto indicando in Mario Buono uno dei due killer entrati in azione. Quel venerdì mattina, all’esterno del rassicurante e giocoso ingresso del parco acquatico c’erano donne, bambini. Cangiano era in compagnia della moglie e dei due figli, uno di sei l’altro di 14 anni, quando venne ucciso con sei colpi di pistola alla testa. I testimoni raccontano che a sparare furono due uomini «travestiti da bagnanti. Avevano una maglietta nera e gialla e un berretto con visiera». Ma quelle pistole c’è chi non le ha dimenticate, raccontando tutti i particolari ai carabinieri del maggiore di Castello di Cisterna Fabio Cagnazzo e agli uomini del comando provinciale di Napoli, al comando del maggiore Francesco Rizzo, del colonnello Gerardo Iorio e del comandante Gaetano Maruccia. «Era una pistola argentata, con la canna lunga. Uno di loro aveva gli occhi azzurri, ha preso la mira e ha sparato». I particolari raccolti portano a Mario Buono, alias «topolino», conosciuto nel famigerato terzo mondo di Secondigliano come uno spietato killer dei Di Lauro. Ha soli 23 anni ed è già passato attraverso due faide, come spiegano il pm Stefania Castaldi, che ha firmato le indagini assieme al collega Luigi Alberto Cannavale, e il capo della Dda Franco Roberti. «Mario Buono ha ucciso Nunzio Cangiano, ritenuto dal clan Di Lauro responsabile di un precedente agguato, quello di Antonio Silvestro, commesso lo scorso primo giugno proprio nel terzo mondo». Buono, dunque, viene indicato come il giustiziere: avrebbe ucciso Cangiano, perché quest’ultimo si sarebbe «girato», «arrevotato», passando dai Di Lauro agli scissionisti. È il pretesto che consente agli inquirenti di ricostruire la nuova faida interna ai Di Lauro, che dal 14 marzo scorso ha provocato sette omicidi «eccellenti»: «Cangiano ha offerto agli scissionisti l’omicidio di Silvestro e ha ereditato la piazza di spaccio in via Vittorio Emanuele. Poi ha subito la vendetta di Buono, mossa da rancore personale e dagli ordini dei fratelli latitanti Nunzio e Marco Di Lauro», spiega il pm Castaldi. «Un fermo strategico – aggiunge Roberti – che ha interrotto nuovi probabili regolamenti di conti». Mario Buono per un mese si è nascosto nelle case popolari del Terzo Mondo, perfettamente mimetizzato in una zona ad alta concentrazione camorristica. Difeso dal penalista Diego Abate, ora dovrà rispondere alle accuse dinanzi al gip.
LEANDRO DEL GAUDIO- IL MATTINO 14 SETTEMBRE 2007