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venerdì, Maggio 10, 2024
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A rischio la palestra sociale di Scampia, 385mila euro di debiti per Gianni Maddaloni

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La palestra di Scampia, quella di Gianni Maddaloni, il maestro di judo che salva i ragazzi difficili del quartiere dalla camorra, rischia di essere schiacciata dai debiti. Circa 385 mila euro da pagare. Oltre 17 anni di fitti arretrati, ai quali Maddaloni ritiene che avrebbe dovuto provvedere – come scrive la Repubblica Napoli che si occupa della vicenda – il Comune a causa della rilevanza sociale dell’attività svolta nel quartiere.

Ho centinaia di bambini e giovani che si allenano gratis, la retta per i pochi che pagano è di 20 euro. E ci sono le bollette e i collaboratori“, spiega Maddaloni che dirige la struttura di 500 metri quadrati in viale della Resistenza. Racconta che dal Comune gli avrebbero garantito un intervento per risolvere la situazione. Il maestro di judo spiega di aver coinvolto l’attuale sindaco, Gaetano Manfredi, che gli avrebbe assicurato un interessamento personale.

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Le parole di O’ Maè, Gianni Maddaloni

Ho fatto una promessa 23 anni fa e l’ho mantenuta. Dissi pubblicamente in mondovisione: se mio figlio Pino vincerà la finale di judo di Sydney 2000, appena torno a Napoli mi metto al servizio della mia gente di Scampia. Pino vinse l’oro olimpico e io ho aperto la Palestra Judo Star, che voi chiamate un “avamposto”, il nostro Progetto Maddaloni, sport e legalità. Io invece lo chiamo semplicemente la mia ragione di vita“. Parola di O Maè di Scampia, Gianni Maddaloni, come riporta L’Avvenire. Una vita a rischio, quella della sua Palestra, perché per l’ennesima volta viene “minacciata”. E non dai boss di una Gomorra su cui si lucra ancora (“a Scampia il 95% della popolazione è fatto da famiglie per bene che vivono del loro lavoro“, sottolinea Maddaloni). Ma da uno Stato cieco e insensibile al grido di aiuto di O Maè. Il quale per i servigi offerti alla comunità, una delle più difficili di Napoli, si è visto recapitare un conto “assurdo” di 385mila euro. Un debito da sanare in fretta dal Comune di Napoli (si legga sotto intervento assessore Baretta, ndr). Pena lo sfratto esecutivo, che porrebbe fine a quella favola. Che è stata raccontata anche in una fiction Rai (Maddaloni interpretato da Beppe Fiorello), dal titolo quanto mai veritiero, L’oro di Scampia.

Le parole dell’assessore Baretta

La vicenda della Palestra Judo Star è molto delicata. Frutto di una sentenza giudiziaria che chiama direttamente in causa il Comune di Napoli e il nuovo corso del sindaco Gaetano Manfredi. “Noi comprendiamo bene tutte le ragioni di Gianni Maddaloni e il lavoro encomiabile che ha svolto a livello sociale e sportivo in questi anni a Scampia. Ma ci troviamo di fronte a una sentenza contro il Comune che deve restituire l’area in cui sorge la Palestra ai legittimi proprietari“. A spiegare la delicatissima questione è l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta. Settantatreenne veneziano, ex sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze nel governo Conte II, che è arrivato a Napoli su chiamata del sindaco Manfredi. “I 385mila euro di cui parla Maddaloni sono l’ammontare, da sentenza, di quanto costa al Comune la restituzione dell’area con i dovuti lavori di risanamento”, continua Baretta. “Ora ci stiamo interrogando sul da farsi: se chiudere la questione pagando quella cifra o provare ad acquistare l’area. Questa seconda ipotesi ovviamente comporta dei costi aggiuntivi importanti e la valutazione di spese successive che vanno ovviamente messe a bilancio“. Una situazione che comunque rischia di danneggiare la comunità di Scampia e azzerare quanto fatto di buono dal Progetto Maddaloni da 18 anni a questa parte. “Noi come Comune ne siamo pienamente consapevoli, ed è per questo che ci stiamo interrogando da giorni per trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti e non danneggi nessuno“.

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