L’imprenditore 65enne Gennaro De Falco, titolare del centro di analisi cliniche ‘Soviet’ di Lago Patria, frazione del comune di Giugliano in Campania, è stato assolto per insufficienza di prove dall’accusa di aver ucciso la moglie nella loro casa di Giugliano e di aver poi inscenato il suicidio, facendo credere che la donna si fosse impiccata alle corde delle tende del salone.
Arrestato con l’accusa di omicidio, scarcerato per mancanza di prove
La sentenza è stata pronunciata dalla Corte di Assise di Napoli, che ha disposto la scarcerazione del 65enne dopo tre anni di detenzione. Per l’imputato il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo.
L’uomo era stato arrestato nel mese di agosto 2020 con l’accusa di omicidio. Un mese prima, era stato lui a chiamare il 118 per chiedere aiuto. Aveva sostenuto di essersi svegliato e di aver trovato la moglie, Romana Danielova, 55enne e di origine ceca, impiccata alle corde delle tende del salone. Erano intervenuti i carabinieri e durante il sopralluogo erano apparse delle incongruenze: il cordino appariva troppo sottile perché potesse reggere sotto il peso e c’erano dei segni sul collo della donna. L’autopsia aveva poi confermato che la donna non era morta per impiccagione ma per soffocamento.
In base al responso dell’autopsia, poi, la misura cautelare: arresto per De Falco con l’accusa di omicidio della moglie e per aver inscenato il suicidio. In aula il medico aveva sempre sostenuto che la moglie soffriva di squilibri mentali, fatto che l’avrebbe poi portata al suicidio.
Il legale del medico, Alfonso Quarto, si è avvalso di una perizia di parte secondo cui, contrariamente a quanto sostenuto in quella richiesta dal pubblico ministero, il solco lasciato dal cordino era vitale e quindi avrebbe potuto causare la morte della donna e la tesi del suicidio non poteva essere esclusa.