Sono pesanti come macigni le accuse che il neo collaboratore di giustizia Stofardo Lami sta lanciando contro il gruppo Bizzarro-Barbato del rione Salicelle di Afragola. Tre giorni fa il blitz che ha di fatto decapitato il gruppo che aveva organizzato un efficiente sistema di piazze di spaccio nella zona (leggi qui l’articolo). Il gruppo, secondo le ultime informative delle forze dell’ordine, avrebbe ereditato parte dello scettro del potere un tempo egemonizzato dal clan Moccia. Le indagini, condotte dei carabinieri di Afragola, riguardano il periodo tra il luglio 2018 e il maggio 2019, durante il quale sono state documentati diversi episodi di spaccio nelle piazze di hashish e cocaina della zona. Gli inquirenti ritengono di avere individuato i capi promotori, i loro gestori e i pusher, oltre che i canali di approvvigionamento dello stupefacente. Documentate oltre cento cessioni al giorno per un guadagno complessivo giornaliero di migliaia di euro. Spetterà adesso all’avvocato Dario Carmine Procentese, che difende sette dei nove indagati, smorzare le accuse contro i suoi assistiti.
Le dichiarazioni di Lami sui componenti del gruppo Bizzarro-Barbato
E’ lo scorso 22 aprile quando, interrogato dai magistrati, Lami indica ruoli e mansioni dei componenti del gruppo delle Salicelle concentrandosi particolarmente sulla figura di Anna Picco:«Riconosco Anna Picco, detta Enny. Di lei posso dire che custodiva le armi presso la sua abitazione sempre nel Rione Salicelle. So che spacciava con il marito nella piazza di spaccio della madonnina, vendendo fumo, erba e cocaina. Nel 2021, Picco Anna ha lavorato nella piazza di spaccio facendo da palo o dedicandosi alla vendita di crack ai clienti. Ricordo che vendeva la droga in compagnia di altra ragazza della quale non ricordo il nome. Dopo l’azione punitiva se ne è andata a lavorare alta cisternina per conto di Zia Annarella sempre spacciando cocaina e crack».
