Abramo De Vergori ha avuto un ruolo importante per il gruppo di spacciatori legato ai Tammaro. Tra il novembre del 2023 e l’aprile del 2024, il 51enne ha segnalato i pusher concorrenti e comprato l’hashish dall’organizzazione camorristica di Casalnuovo. A febbraio De Vergori ha confidato ad un suo parente di aver subito un’aggressione da un affiliato al clan rivale di Volla a causa di una questione legata allo spaccio: “Si, è venuto C. qua dentro e mi ha schiattato di mazzate, mi fanno male le orecchie, mi fa male tutto. Che cosa gli avete detto che ho dato l’erba a voi? Siete una banda di infamoni pure voi? Siete una banda di infami?” e la risposta è stata: “Non ti preoccupare ce lo vediamo noi“. Le intercettazioni confermerebbero così che i due interlocutori appartengono allo stesso gruppo criminale capace di affrontare le emergenze senza esitazione.
Droga per il clan Tammaro, sgominato il gruppo
L’11 ottobre i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, affiancati dalla Compagnia di Nola, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Le accuse sono associazione finalizzata al traffico e detenzione di droga con l’intento di spaccio. Sono finiti in manette Abramo De Vergori, Ferdinando La Gatta, Antonio Tammaro, Armando Tammaro e Vincenzo Tammaro. Al vertice però c’è l’indagato Luigi Tammaro, zio di Armando.
Il controllo delle piazze di spaccio a Casalnuovo
Le indagini dell’Antimafia hanno rivelato uno scenario più complesso della semplice scoperta di un traffico di droga. Esisteva una vera organizzazione criminale, capace di gestire e controllare con metodi violenti le principali piazze di spaccio a Casalnuovo e nelle zone limitrofe.
Il dato più inquietante emerso dalle carte riguarda il legame con il clan Tammaro. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, il gruppo avrebbe anche beneficiato della forza intimidatrice per consolidare il proprio dominio sul territorio.
L’attività di spaccio, oltre a garantire profitti ai singoli, avrebbe contribuito a rafforzare il potere dei Tammaro, alimentandone il controllo economico. Emerge un intreccio di interessi che unisce affari illeciti e potere camorristico, rafforzando ulteriormente l’influenza della criminalità organizzata sul territorio.