A loro carico c’era l’accusa di tentato omicidio, detenzione e porto in luogo pubblico di un arma e la ricettazione della pistola dell’agguato che si consumo’ la sera dello scorso primo aprile.
D’Andrea Giuseppe, imprenditore, a causa di un litigio e di pregresse rugini con il vicino, insieme al fratello Emanuele e al padre Nunzio si rese protagonista di un vero agguato nei contronti di Esposito.
Infatti quest’utilmo mentre faceva rientro a casa, veniva attinto da una raffica di proiettili (nove in tutto), due dei quali per pochi centimetri non riuscirono a colpirlo mortalmente.
I tre speronarono con le loro auto il veicolo nel quale Esposito si era rintanato. Inoltre Emanuele D’Andrea, decise di colpire con un grosso martello il vetro anteriore del veicolo.
il Gup del tribunale di Napoli nord, all’esito del giudizio di primo grado, ha inflitto una condanna mite a D’Andrea Giuseppe ad anni 8 di relcusione (concesse attenuanti generiche), mentre per D’Andrea Emanuele e Nunzio la pena inflitta è stata di 6 anni e 9 mesi (pena nel minimo edittale).
I tre imputati sono tutti assistiti dal penalista Dario Carmine Procentese.
Agguato al vicino di casa a Casoria: pene al ribasso per padre e figli
 
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