E’ stato alla fine condannato a 1 anno e 4 mesi, per il reato di omicidio colposo, con pena sospesa, l’ingegnere responsabile del settore del Comune di Villaricca nel 2015 in merito al sinistro a seguito del quale perse la vita Alessandro Selvaggio. Il giovane morì il 23 ottobre 2015, cinque giorni dopo l’incidente avvenuto il 18 ottobre.
Il giovane perse aderenza con lo scooter a causa della cattiva situazione in cui versava il manto stradale e dell’assenza di segnaletica stradale, mentre era impegnato nella consegna di alcune pizze.
Alessandro Selvaggio morto a causa di una buca a Villaricca, la mamma parla dopo la sentenza
A parlare, tre giorni dopo la sentenza, la mamma di Alessandro, Carolina Elia. Di seguito, le sue parole: “E’ stata una dura lotta. Bisogna combattere per dare giustizia ai nostri figli. Devo ringraziare le persone splendide che sono state al mio fianco, perché non è facile andare avanti per 9 anni con il dolore a cui si aggiunge poi anche il combattere in tribunale. Che questa sentenza possa essere una pietra miliare per il futuro, nonché per far sì che gli enti preposti alla sicurezza stradale non ci pensino più di una volta a mettere in sicurezza le strade. Affinché ciò che è successo a mio figlio e a migliaia di altre vittime della strada si possa evitare”.
La mamma di Alessandro ha poi parlato del figlio: “Alessandro frequentava la facoltà di psicologia. Nel fine settimana, per racimolare qualche soldino, faceva il portapizze. Di solito prendeva la sua macchina per evitare di prendere il motorino, ma quella domenica venne richiesto di spostarsi con lo scooter dal datore di lavoro, a causa del tanto traffico. Aveva 20 anni, era un ragazzo pieno di vita, era uno scrittore, scriveva poesie. E nel corso di questi 9 anni, grazie al sostegno della sua insegnante di italiano del liceo, l’eredità lasciata dai suoi scritti ha sempre avuto una vincita. Purtroppo sono tutti attestati che ho dovuto e dovrò ritirare io, non mio figlio. Il premio più prestigioso è quello del “Procida Film Festival”. Esiste un premio a nome di mio figlio, un premio letterario, perché lui nel luglio 2015 faceva parte dello staff di quel festival e scrisse una poesia di lode alla terra di Procida. L’anno successivo sono andata io a ritirare il premio al suo posto”.
Le parole di Biagio Ciaramella
Ha poi parlato anche Biagio Ciaramella, vice presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (A.I.P.V.S.).
Queste le sue parole: “Purtroppo per le indagini, il morto deve avere sempre torto. Io mi appello alle persone: se avete avuto delle concause, rivolgetevi ai vostri legali. Fate fare delle perizie più tecniche. All’interno dei ogni comune esiste un ufficio che riceve le segnalazioni delle strade. All’interno di questi uffici c’è un dirigente che, a volte, firma delle carte non sapendo se quelle strade siano effettivamente state riparate o meno. Noi ci battiamo tanto per le concause perché se queste ultime vengono vinte, molte vite si salvano di conseguenza”.
Ha poi parlato anche Elena Ronzullo, presidente dell’Amministrazione “Mamme Coraggio Vittime della Strada” nonché moglie di Biagio Ciaramella. Anche loro, nel 2008, hanno perso un figlio coinvolto in un sinistro stradale in via Madonna del Pantano. “Sabato sera ci sarà a Cesa un convegno sulla sicurezza stradale. Il giorno seguente, alle 10:30, ci sarà invece una messa in ricordo delle vittime della strada e che cadrà proprio nella giornata a queste ultime dedicata. Il sindaco decicherà loro una panchina. Questo convegno sarà utile proprio per far capire che la vita è un dono prezioso e non va sprecata. Basta un secondo, e un mezzo di trasporto può trasformarsi in un’arma. Ci saranno i forum dei giovani così come le scuole”.