Il gup Campanaro ha condannato in primo grado Gennaro Trambarulo a 14 anni di carcere, la sua convivente Carmela Pellegrini a 8 anni e 4 mesi e suo cognato Sabatino Pellegrino a 9 anni. Tutti accusati del reato di usura dal Tribunale di Napoli Nord .
Come riporta il Mattino i pm Alessandra Conversa, Ida Teresi e Maria Sepe hanno investigato sugli affari dell’Alleanza di Secondigliano. Inoltre il giudice ha inflitto anche tre anni di misura di sicurezza, all’esito della fine della condanna e la sospensione della potestà genitoriale.
Dalle intercettazioni sono emerse diverse le minacce alle vittime: “Vendi i figli e portaci i soldi. Devi vendere i tuoi figli e devi pagarci i soldi che hai comprato, quelli che ti abbiamo venduto. E’ meglio che qui a Napoli non torni più”. Commercianti, imprenditori ed ex titolari di aziende, che hanno dichiarato fallimento, sono caduti nelle mani degli usurai.
Usura per l’Alleanza di Secondigliano, il cognato del ras Trambarulo ‘esattore’ del maxi clan
Era ritenuto un vero e proprio esattore, un emissario dell’Alleanza di Secondigliano. Con queste accuse è stato catturato Sabatino Pellegrino all’inizio di gennaio. Si tratta del cognato di Gennaro Trambarulo, esponente di punta del maxi clan formato dai Mallardo, dai Contini e dai Licciardi.
L’arresto dell’uomo, che era latitante, rappresenta la conclusione di un’operazione effettuata a novembre dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna che aveva già portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere in cui Trambarulo e la compagna. Erano ritenuti responsabili a vario titolo dei delitti di violenza privata, usura ed estorsione continuate e aggravata ai danni di due imprenditori, operanti nell’hinterland nel settore alimentare e tessile. In tale disegno criminoso Pellegrini Sabatino si è prodigato di recuperare i crediti dai soggetti usurati vittime di Trambarulo.
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