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venerdì, Marzo 29, 2024
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Ammazzato per sbaglio dal clan, il killer confessa dopo 31 anni

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Roberto Rizzi fu ucciso il 20 maggio 1987 a Torino, in via Pollenzo, nel bar ‘I tre moschettieri’: quell’omicidio è rimasto senza colpevole per 31 anni, fino a oggi, quando l’ex collaboratore di giustizia Vincenzo Pavia, legato alla ‘ndrangheta e alla famiglia Belfiore (cognome noto negli ambienti delle cosche) ha confessato il delitto alla polizia.

Quell’omicidio gli era stato commissionato da Saverio Saffiotti, uomo legato ai Belfiore: ma la vittima non doveva essere Roberto Rizzi, ma Francesco Di Gennaro, detto ‘il rosso’, poi assasinato il 24 agosto del 1988 da alcuni sicari proprio nello stesso bar. Le indagini della squadra mobile proseguono per stabilire eventuali collegamenti con altri omicidi di quegli anni rimasti insoluti.

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Anche Saffiotti fu poi assassinato, il 25 giugno 1992, su ordine di Salvatore Belfiore, salito ai vertici della famiglia – secondo gli inquirenti – dopo la carcerazione del fratello Domenico, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia, assassinato a Torino nel 1983.

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