Sarebbe stato uno scatto di gelosia ad armare la mano del presunto responsabile dell’omicidio di Andrea Gaeta, 20enne di Orta Nova. Già sabato Mirko Tammaro, 26enne del posto, è stato individuato dai carabinieri dopo l’attività di polizia giudiziaria, infatti, si è costituito nei pressi di Termoli. Come riporta FoggiaToday dopo l’omicidio il 26enne si è recato nelle campagne della Bat per disfarsi di una magnum 357 che i carabinieri, su sua indicazione, hanno ritrovato.
Sull’arma sono in corso gli accertamenti tecnico-scientifici per determinare le esatte modalità con cui è stato commesso l’efferato crimine. Dunque sarebbero 5 i colpi esplosi, 2 dei quali hanno colpito il 20enne in faccia e ad un fianco. Tammaro, accompagnato dal suo avvocato difensore, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Omicidio volontario e detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, le accuse.
L’IPOTESI SULL’OMICIDIO DI ANDRE
Secondo l’Ansa Tammaro avrebbe notato Gaeta e i suoi amici davanti a un bar in compagnia della sua ex ragazza. Quando il gruppo si è messo in macchina, il 26enne avrebbe costretto Andrea a fermare l’auto, dopodiché gli avrebbe esploso contro 5 colpi di pistola.
Per l’avvocato dei familiari del giovane ucciso, quello di Tammaro non sarebbe stato un gesto istintivo o immediato: “Prima del delitto non c’è stata alcuna rissa e nulla poteva far presagire quello che è accaduto. In questo caso c’è anche premeditazione, perché l’assassino è andato a prendere una pistola, è uscito per le vie di Orta Nova in cerca di Andrea e quando lo ha trovato non gli ha lasciato scampo“.